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Anche l'Europa taglia le spese, L'Italia risparmierà 4 miliardi

Dopo 16 ore di discussioni il presidente dell'Ue presenta una bozza che prevede un bonus da 1,5 miliardi per lo sviluppo rurale italiano

Nicoletta Orlandi Posti
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  Dopo una notte di discussione, la maratona dei capi di stato e di governo per il bilancio settennale dell'Unione europea, ha partorito una bozza che pare abbia trovato la quadratura del cerchio, ovvero una proposta di compromesso sul budget 2014/2020 che avrà un tetto complessivo di spesa  pari a 960 miliardi di euro per gli impegni e 908,4 per i pagamenti effettivi   (vale a dire i soldi effettivamente utilizzati per i progetti) rispettivamente 34 e 34,6 miliardi in meno rispetto  al budget del settennio precedente, 2007-2013. Due gli 'schieramenti' che si contrappongono: da una parte Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Svezia, che continuano a insistere su tagli più radicali rispetto all'ultima bozza di Van Rompuy del novembre scorso - che prevedeva impegni di spesa per 972 miliardi di euro, 80 in meno rispetto alla proposta iniziale della Commissione -   dall'altra, Italia, Francia, Polonia e Spagna, per le quali il bilancio deve essere coerente con gli impegni per la crescia. In mezzo  la Germania della cancelliera Angela Merkel, impegnata a mediare. Dopo 16 ore di negoziati  il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha comunque presentato il documento che prevede un taglio dei fondi per la crecita, e un aumento di quelli per la coesione. Nella nuova proposta, i fondi per la coesione passano dai 320 miliardi 148 milioni della bozza di novembre ai 324 miliardi 707 milioni della bozza attuale. Quanto ai fondi per la crescita (competitività, infrastrutture e ricerca), questi passano dai 139 miliardi 543 milioni di euro previsti in novembre a 125 miliardi 694 milioni, con una riduzione di 13 miliardi 849 milioni. In aumento anche i fondi per l'agricoltura, che salgono da 372 miliardi 229 milioni a 373 miliardi 479 milioni. L'Italia, secondo la bozza Van Rompuy, beneficerebbe di un "bonus" da 1,5 miliardi di euro destinato allo sviluppo rurale. Non solo. Il saldo netto negativo per l'Italia nel periodo 2014-2020 potrebbe ridursi ad una media di 4 miliardi di euro all'anno, contro la media dei 4,5 registrata nel settennio precedente (2007-2013).    

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