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Oro, azioni, Btp e valute:la guida agli investimentiai tempi della crsisi

All'indomani della tornata elettorale, che ha aperto una nuova fase di instabilità sui mercati, i consigli su dove mettere i soldi al sicuro. Settore per settore

Matteo Legnani
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Oro, Btp e conti deposito sì. Titoli bancari e in valuta estera no. All'indomani della tornata elettorale, che ha aperto un'ulteriore fase di incertezza sui mercati azionari e valutari con la borsa sull'ottovolante, lo spread di nuovo alle stelle e l'euro debole su dollaro e yen dopo un periodo "forte", ecco (dal Sole 24 Ore) i dieci consigli su come e dove investire. FONDI In termini di performance, negli ultimi tre anni sono stati gli azionari a crescere di più con un rendimento medio del 16,5%; molto remunerativo l'investimento sui fondi specializzati in America (33,9%) e in Europa (22,41), meno quello sugli area euro (10,7%). Per gli obbligazionari la crescita è stata del 9,3% con picchi del 29,5% per i fondi Paesi emergenti I flessibili hanno reso il 6,6%, i bilanciati l'11 e i monetari solo il 3,3 percento.I fondi comuni sono prodotti indicati per i risparmiatori che vogliono diversificare il proprio portafoglio anche se non hanno grandi cifre a disposizione. Poichè il principio del fondo comune è quello di essere un grande salvadanaio dove confluiscono i capitali di più persone, unendo i soldi di tutti si può spaziare su più mercati e settori. Un obiettivo difficilmente raggiungibile attraverso l'acquisto diretto di singoli titoli, azionari od obbligazionari che siano. Come per tutti gli strumenti, anche per i fondi è bene sapere che cosa si acquisita. I gradi di rischio di questi prodotti variano in base alla categoria. Per esempio un azionario sulle materie prime potrà essere molto redditizio, ma sarà anche più rischioso rispetto a un obbligazionario che punta su titoli di Stato ad alto merito di credito. Per chi in questa fase non è sicuro delle mosse da fare, ci sono i piani d'accumulo (Pac); richiedono cifre modeste (50/100 €), hanno cadenza mensile e spalmano il rischio nel tempo. TITOLI BANCARI I titoli del settore bancario e finanziario, sia sul fronte delle azioni sia su quello obbligazionario, sono i più esposti alle tensioni che si sviluppano sul debito sovrano italiano. Il motivo è semplice: i bilanci delle banche e delle assicurazioni sono carichi di BTp per decine di miliardi. Dunque un aumento degli spread, con la contrazione dei corsi, porta a ingenti minusvalenze rispetto ai valori di carico. Non a caso i corsi delle azioni bancassicurative ieri sono state le più colpite dall'esito elettorale. Pesante anche il calo dei corsi delle obbligazioni bancarie, specie quelle a scadenza medio-lunga.  Ieri la Consob ha vietato le vendite allo scoperto sulle azioni Intesa Sanpaolo e Carige. Ma se a fine 2011 i titoli quotati in tasca alle famiglie valevano "solo" 58,3 miliardi, le obbligazioni bancarie valevano sei volte e mezza tanto, 372,6 miliardi. Chi le possiede è al bivio: può scegliere di attendere la scadenza, o uscire mettendo in conto minusvalenze pesanti. La solidità del sistema creditizio e dei principali istituti non è però in discussione, salvo impensabili scenari di default nazionale e di uscita dall'euro.  Entrare oggi sui titoli bancassicurativi italiani è una scommessa sulla tenuta dei conti pubblici e sul futuro dell'euro. A favore di questa scelta di investimento vanno i corsi attuali, deprezzati da sei anni di crisi finanziaria e recessione. A sfavore giocano l'aumento delle sofferenze e la riduzione della redditività degli istituti, che nel medio periodo taglieranno le prospettive di dividendo. Ogni decisione deve tenere conto però degli obiettivi di investimento, della durata e della propensione al rischio. TITOLI INDUSTRIALI Sul trend di medio periodo del comparto pesa la recessione che riduce i redditi delle famiglie e dunque i consumi. Più colpiti sono i titoli delle imprese che non hanno sviluppato capacità di esportazione e adeguata presenza sui mercati esteri. A vantaggio delle azioni delle società esportatrici giocano invece, indirettamente, le tensioni sui cambi che indeboliscono l'euro. Le stesse tensioni però penalizzano le imprese esposte sul fronte delle importazioni.  Riposizionare il proprio portafoglio azionario per aumentare il peso dei titoli delle società più legate alla crescita dei mercati internazionali è un'operazione che da lungo tempo gli esperti consigliavano ai risparmiatori italiani. Sono titoli che beneficiano dell'esposizione ai mercati internazionali delle rispettive aziende. In termini di diversificazione, non va mai dimenticato che occorre considerare il proprio profilo di rischio e quindi il peso complessivo dell'esposizione azionaria in termini di portafoglio. Sono titoli che beneficiano dell'esposizione ai mercati internazionali delle rispettive aziende. In termini di diversificazione, non va mai dimenticato che occorre considerare il proprio profilo di rischio e quindi il peso complessivo dell'esposizione azionaria in termini di portafoglio. Sono titoli che beneficiano dell'esposizione ai mercati internazionali delle rispettive aziende. In termini di diversificazione, non va mai dimenticato che occorre considerare il proprio profilo di rischio e quindi il peso complessivo dell'esposizione azionaria in termini di portafoglio. VALUTE L'incertezza politica italiana non gioca sicuramente a favore dell'euro che ieri ha segnato marcati arretramenti. Chi è investito su valute diverse dall'euro non beneficia di certo dell'alta volatilità che la moneta unica europea sta subendo per effetto dell'instabilità politica italiana. Il mercato delle valute è uno dei pù tecnici e rischiosi, dunque per nulla adatto a un piccolo risparmiatore che non possieda competenze specifiche e soprattutto non abbia il tempo necessario a dedicarvicisi con continuità. Chi intende puntare su azioni e obbligazioni non euro o sulle commodities deve sempre considerare il rischio cambio. La guerra valutaria in corso non agevola sicuramente. ORO L'oro ha iniziato il 2013 in ombra. Il metallo giallo, tradizionale bene rifugio, negli ultimi giorni è scivolato sotto quota 1.600 dollari l'oncia toccando i minimi dallo scorso settembre. Il ribasso dal massimo del 2011 sfiora il 15 per cento. La bufera sui mercati, scatenata negli ultimi due giorni dopo l'esito del voto italiano, ha ridato fiato al metallo giallo. Si tratta di un rimbalzo dopo settimane di quotazioni sotto pressione. Acquistare il metallo giallo in questo momento può avere ancora senso, secondo gli analisti. MUTUI Alcune banche avevano ritoccato al ribasso i tassi praticati sui nuovi mutui, se pur di pochi decimi, prima però dei risultati elettorali. Se la rinnovata incertezza politica e finanziaria dovesse protrarsi o addirittura peggiorare la graduale discesa degli spread sui mutui che sembrava cominciare ad avviarsi potrebbe subire un freno. Difficile dire se gli stessi tassi potranno addirittura risalire, ma occorre comunque osservare da vicino l'evoluzione della situazione politica. LIQUIDITA' I conti di deposito sono probabilmente uno degli strumenti più richiesti da parte dei risparmiatori nell'ultimo anno e mezzo. L'interesse del pubblico è andato di pari passo alla crescita dei rendimenti garantiti dalle banche in cerca di liquidità con i loro prodotti vincolati. Il tema della sicurezza dei conti di deposito riaffiora puntuale ogni volta che il barometro della tensione attorno all'Italia e alle banche del Paese registra un'impennata. Vale però la pena di ricordare che i depositi vincolati sono in generale assimilati a normali conti corrente e quindi garantiti dal Fondo interbancario di tutela (Fitd) fino a 100mila euro. BOT La tensione creata dall'eventuale instabilità politica italiana è in grado di esercitare il proprio influsso anche sulle prossime emissioni di BoT, che così potrebbero tornare a fare concorrenza ad altri strumenti di liquidità nel frattempo divenuti più remunerativi, come i depositi. Il BoT esce perdente nei confronti dell'inflazione e anche nel duello dei rendimenti rispetto ad altre forme di impiego del denaro a breve come i conti deposito. Continua però a riscuotere un certo appeal tra le famiglie italiane, alle quali potrebbe riservare guadagni meno magri rispetto ai mesi scorsi se la situazione di tensione attorno al nostro Paese dovesse perdurare. le scadenze più brevi, tre o sei mesi, permettono inoltre di parcheggiare la liquidità in attesa che la crisi politica si risolva. BTP Il BTp a 10 anni in asta qualche giorno fa ha offerto un rendimento vicino al 5% che non si vedeva ormai da almeno 4 mesi. Per molti analisti si tratta di un livello «interessante», a patto di essere pronti ad affrontare l'inevitabile volatilità dei prossimi mesi. Paradossalmente, secondo alcuni, il decennale potrebbe risultare, se si tiene conto dei rendimenti attuali (la curva dei tassi resta relativamente «ripida»), più conveniente e meno vulnerabile rispetto a un BTp a scadenza inferiore. BUND Il titolo di Stato decennale tedesco, il Bund, è considerato il titolo rifugio per l'area euro. Si tratta dello strumento che, dallo scoppio della crisi del debito sovrano dell'estate 2011 a oggi, ha registrato un massiccio flusso di acquisti (soprattutto da parte di investitori istituzionali) e di consequenza il rendimento è scivolato sotto l'inflazione. Il titolo ha la massima valutazione delle agenzie di rating ed è quindi considerato, insieme ai bond governativi decennali statunitensi, uno dei titoli più sicuri e liquidi. Oggi il Bund ha un rendimento (lordo) dell'1,47 per cento. Con l'aumento della tensione sui mercati internazionali il Bund svolge a pieno titolo il ruolo di asset difensivo e quindi è opportuno mantenerlo in un portafoglio.

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