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Joseph Stiglitz, il piu' terrificante degli allarmi: "Per l'italia e' finita. Ecco come vi ridurrà l'euro"

Gino Coala
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Il premio Nobel per l' Economia Joseph Stiglitz è da tempo scettico sulla sopravvivenza dell' Eurozona così com' è. Quindi leggere un nuovo articolo in cui tratteggia la (possibile) fine della moneta unica non sorprende affatto. Fa comunque un certo effetto immaginare, come fa lui, che sia l' Italia il Paese-polveriera capace, con una moneta alternativa, di minare l' euro che, conti alla mano, ha fatto più male che bene alla crescita e al benessere collettivo. Non solo del Belpaese ma di tutta l' area, Germania a parte. Leggi anche: Italia, euro, spread, il guru di Harvard Rogoff: "Siete i più vulnerabili", tra pochi mesi l'apocalisse economica L' economista sottolinea come gli italiani, e non solo, vogliono restare in Europa ma sono anche stanchi di austerità e chiedono il ritorno alla prosperità. Ma finché la Germania continua a dire che non si possono avere entrambe le cose c' è solo un risultato possibile: «Più sofferenza, più disoccupazione e anche una crescita più lenta». Una crescita che però può essere sbloccata da una nuova divisa che si affianchi all' euro, moneta frutto di un «accordo valutario mal progettato». LA SPALLATA Gli italiani hanno portato al potere un governo che si può definire euroscettico e Stiglitz è tutt' altro che sorpreso: si tratta, sottolinea, di una nuova puntata di una lunga saga che ha accomunato forze politiche molto diverse tra loro. E se non si cambia è sempre responsabilità della Germania, paese su cui l' euro è stato cucito addosso. Il Nobel ricorda come dall' introduzione della moneta unica l' Italia, comunque terza economia dell' area, ha ottenuto risultati mediocri in termini di crescita. Il Pil del 2016 escludendo l' inflazione è lo stesso di quello del 2001. Un mal comune se si considera l' intera Eurolandia: dal 2008 al 2016 il Pil reale è aumentato di un magrissimo 3%. Frutto della crisi mondiale? Nel 2000 l' economia statunitense era più grande di quella europea - zona euro - del 13% ma nel 2016 il divario è balzato al 26%. E se nel 2017 l' economia europea è cresciuta di buon passo (+2,4%) ora è tornata a vacillare. LA RICETTA «Il problema centrale è come correggere i disallineamenti dei tassi di cambio» potenziali, visto che la moneta è uguale per tutti. Per Stiglitz la ricetta tedesca sul taglio del debito porta solo lacrime e sangue. E anche se alla fine tornassimo a crescere con continuità, «il Pil non raggiungerà mai il livello che avrebbe raggiunto se fosse stata perseguita una strategia più sensata». Aumentare i programmi di investimento pubblici e alzare i salari sarebbe una strategia più sensata ma questo significherebbe spostare l' onere della ripresa sui paesi più forti. Cosa che Berlino non ha nessuna intenzione di fare. I leader politici europei stanno quindi paralizzando il sistema. Matteo Salvini, leader della Lega e politico esperto, «potrebbe riuscire dove altri hanno fallito, portando avanti minacce concrete. L' Italia è abbastanza grande e ha economisti di buon livello e creativi per gestire una doppia valuta flessibile che potrebbe aiutare a ripristinare la prosperità». Ciò sposterebbe il baricentro da Bruxelles a Francoforte con l' Italia che conta su una paralisi dell' Ue per impedire una rottura definitiva. Il nostro Paese tornerebbe a crescere ma l' Europa ne uscirebbe a brandelli. Solo la Germania e gli altri Paesi nordeuropei, sostiene Stiglitz, potrebbero evitare tutto questo e salvare l' euro «mostrando più umanità e maggiore flessibilità», ma «avendo visto le prime recite di questo dramma così tante volte, non conto su di loro per cambiare la trama». di Antonio Spampinato

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