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Condono: un buco da 3,5 miliardi. L'allarme della Corte dei conti: "In molti hanno evaso sull'evaso"

Chi non ha pagato le rate dopo la prima deve sborsare tutte le tasse dovute senza alcuno sconto fino a 5 volte di più di quanto pattuito a suo tempo

Ignazio Stagno
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Evasori dell'evasione. A 11 anni dal condono fiscale varato dal governo Berlusconi si scopre che chi doveva pagare in realtà ha pensato bene di evadere parte della somma dovuta allo Stato. L'allarme lo lancia la Corte dei conti: "Al 20 settembre di quest'anno mancano ancora 3,5 miliardi". La somma totale doveva essere 26 miliardi ma invece gli esiti della sanatoria tombale non sono stati quelli sperati. Nel novembre 2008 venne fuori che ne erano stati riscossi soltanto 21. Il condono infatti si considerava completato dopo aver pagato la prima rata. Di più: a chi sceglieva di rateizzare non si chiedeva nessuna fideiussione sul rimanente debito con l'erario. La mazzata -  Risultato: se uno dopo la prima rata non pagava entrava in azione l'Agenzia delle entrate ed Equitalia; il tizio però nel frattempo non poteva essere accusato per i reati eventualmente commessi né gli si potevano applicare le multe cacellate dal condono. Adesso chi non ha pagato le rate dopo la prima potrebbe dover sborsare tutte le tasse dovute senza alcuno sconto fino a 5 volte di più di quanto pattuito a suo tempo, ma pure finire sotto la lente della magistratura per eventuali reati fiscali. Insomma il cappio attorno al collo di chi evade si stringe. 

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