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Patrimoniale, la fuga all'estero dei conti correnti italiani: perché scelgono l'Austria

Gino Coala
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L'incertezza per il futuro, l'instabilità dei mercati e le minacce quotidiane di sanzioni da parte della Commissione europea sulla prossima legge di Stabilità italiana stanno spingendo migliaia di connazionali a portare il proprio denaro fuori dai confini. L'ultimo flusso salito alla ribalta è quello verso l'Austria, dove secondo gli operatori delle banche i soldi italiani sarebbero più al sicuro. Leggi anche: Banche, la rapina nel riepilogo del conto corrente: aumenti fino al 60% in un anno I giornalisti della trasmissione Quarta colonna su Rete4 hanno raccontato quel che sta succedendo in una banca di Sillian, a dieci minuti in macchina dalla provincia di Bolzano, dove molti risparmiatori italiani stanno aprendo nuovi conti correnti: "Le motivazioni che ci danno quando vengono qui ad aprire i conti - dice un bancario - sono la preoccupazione per il debito pubblico in aumento, il timore per la situazione bancaria italiana e l'incertezza sulle politiche economiche del Paese". La paura più diffusa è che il governo ceda alla tentazione di applicare una tassa patrimoniale che allunghi le mani direttamente nei conti. La convenienza di portare i risparmi all'estero poi sarebbe garantita: "Qui un conto costa circa 100 euro all'anno. Lo Stato italiano qui non può toccare questi soldi perché siamo sotto l'autorità austriaca". In caso di patrimoniale quindi: "nessuno potrebbe obbligare la banca a versare soldi all'Italia".

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