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Deutsche Bank, l'inchiesta per riciclaggio: aiutava i clienti a creare conti off-shore?

Davide Locano
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Oltre 170 agenti hanno perquisito ieri mattina sei sedi della Deutsche Bank, prima banca tedesca per masse gestite. Secondo gli inquirenti, il gruppo bancario avrebbe aiutato i propri clienti a «creare società off-shore in paradisi fiscali» con l' obiettivo di riciclare capitali di provenienza criminale. Le indagini prendono avvio dai Panama Papers, documenti che contenevano le prove di una maxi evasione fiscale. L' accusa, per il momento confinata a due dipendenti, potrebbe allargarsi a macchia d' olio, coinvolgendo a vari livelli la dirigenza dell' istituto. Infatti non solo Deutsche Bank avrebbe fornito assistenza a chi voleva ripulire i propri soldi, ma avrebbe anche chiuso un occhio sul quel transito di denaro: nessuna denuncia è stata fatta alle autorità. Sembra evidente allora che ci siano delle complicità trasversali ancora da accertare, come confermato del resto dagli inquirenti quando parlano di «altri responsabili del gruppo non ancora identificati». Le somme sono considerevoli. Solo nel 2016, una società legata alla banca con sede alle Isole Vergini, avrebbe gestito 900 clienti per un volume d' affari di 311 milioni di euro. Questo è solo l' ultimo fronte aperto sul versante giudiziario per la Deutsche Bank, già multata dagli Usa nel 2015 per aver truccato il tasso Libor, e ora sotto accusa per lo scandalo di riciclaggio che coinvolge la danese Danske Bank. Leggi anche: Borsa, il crollo di Deutsche Bank

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