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Brexit: Confartigianato Veneto, attrezziamoci per lavorare con un Paese extra Ue

AdnKronos
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Venezia, 20 mar. (AdnKronos) - Brexit o non Brexit? A 9 giorni dalla possibile uscita del Regno Unito questo è il problema per le imprese venete che vendono i prodotti oltremanica e che, nel corso del 2018, hanno piazzato sul suolo inglese oltre 3,5 miliardi di euro di merci manifatturiere, quota cresciuta, tra il 2017 e il 2018, del 1,6% molto al di sotto del 3,7% registrato verso il mercato europeo nel suo complesso. “In queste ore il caos rischia di farsi ancor più inestricabile. Con l'Ue pronta a concedere tempo fino “all'ultim'ora” del 29 marzo, ma impotente dinanzi al groviglio politico e istituzionale d'oltremanica. Un ginepraio da cui potrebbe saltar fuori a questo punto la richiesta di un rinvio lungo dell'uscita, ma anche una crisi di governo, un referendum bis, la revoca dell'articolo 50 o chissà cos'altro. E senza poter escludere la temuta ombra incombente d'un no deal. Incertezza che preoccupa chi esporta verso il Regno Unito - commenta Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – Ci auguriamo che si arrivi a una soluzione che non danneggi le aziende che in quella Nazione hanno trovato un mercato importante e florido”. I dati elaborati dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto sull'export delle MPI nel Regno Unito relativi al 2018, su fonte ISTAT, ci dicono che è il 4° mercato di destinazione delle esportazioni manifatturiere della regione. Lo scambio commerciale ha toccato i 3,561 miliardi di euro con i primi 5 settori che coprono il 57% del totale: Macchinari e apparecchiature n.c.a. hanno superato i 569 milioni, seguiti dalle bevande (495,2), i Prodotti delle altre industrie manifatturiere (310,1), gli Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 306,7 e quelli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 295,4.

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