Cerca
Logo
Cerca
+

Bollette elettriche, la stangata imposta dal M5s: quanto spendi in più per finanziare le centrali

Caterina Spinelli
  • a
  • a
  • a

La propaganda è una cosa e governare un' altra. Una verità cui il ministro Di Maio ha ormai imparato a convivere senza più provare imbarazzo. Ma nessuno poteva credere che sarebbe arrivato a finanziare le centrali termiche a danno dell' energia solare. Lo scontro con l' universo verde, la cui esistenza definisce la carta d' identità pentastellata, è assolutamente inaspettata. La denuncia arriva dalle associazioni ambientaliste WWF, Legambiente, Greenpeace e Italia Solare nonché Assoutenti e la Casa del Consumatore, che da settimane stanno cercando un incontro con il ministro senza ottenere risultati concreti. Sul piatto c' è un ricco programma di incentivi che potrebbe arrivare a 1,5 miliardi l' anno per quindici anni. I costi di questo programma saranno scaricati in bolletta. A pagare, come sempre, gli utenti. Secondo le organizzazioni degli ambientalisti il piano ritarderà lo sviluppo delle energie alternative e anzi potrebbe favorire la costruzione di nuove centrali termiche. Lo scontro ruota attorno al "capacity market". Si tratta di una serie di misure che devono garantire l' approvvigionamento di energia elettrica anche in situazioni di picco della domanda. In pratica il provvedimento prevede una remunerazione accessoria per i produttori che si impegnano a mantenerla e a metterla, in caso di necessità, a disposizione del sistema. Il provvedimento che il 14 giugno ha ricevuto il via libera da Bruxelles, di fatto prevede una incentivazione di lungo termine (15 anni) a favore delle centrali termoelettriche, favorendone addirittura la costruzione. «Diverso sarebbe se potessero partecipare alle aste anche gli impianti a fonti rinnovabili», spiega Italia Solare, associazione che raggruppa circa 700 imprese fra produttori e industrie del settore presieduta da Paolo Rocco Viscontini. «La tecnologia - spiegano a Italia Solare - ha raggiunto livelli di sviluppo e di economicità tali da risolvere le questioni collegate alla tipica intermittenza delle fonti rinnovabili». È anacronistico e dannoso che si punti invece a un piano di remunerazione di lungo periodo per le grandi centrali termoelettriche. «Un sistema che sarà pagato in bolletta dai clienti finali e in previsione del quale stanno aumentando le richieste di autorizzazione per nuove centrali a fonti fossili». Ad aumentare la confusione c' è lo strano atteggiamento della Ue che per un verso, attraverso la direzione generale per la concorrenza, autorizza il piano presentato dell' Italia e dall' altro si prepara a varare un regolamento denominato Clean Energy Pakage che combatte con forza le emissioni di Co2. Il testo europeo entrerà in vigore il 4 luglio. E allora una domanda: come mai a Bruxelles, alla metà di giugno, hanno approvato il piano italiano molto più lacunoso rispetto a quello comunutario in preparazione? Un interrogativo cui nessuno riesce a dare una risposta. Solo la conferma che anche a Bruxelles, come in tutte le grandi burocrazie, gli uffici non comunicano fra di loro e ogni direzione protegge il proprio orto. A questo punto sembra essere scattata una corsa contro il tempo. I tecnici di Di Maio vorrebbero far entrare in vigore il loro piano all' inizio di luglio. Gli ambientalisti e le aziende green invece chiedono di aspettare il 4 luglio per adottare il regolamento europeo. «Non ha senso che in questi pochi giorni il ministero corra per approvare una riforma del settore energetico, che va contro processo di decarbonizzazione in atto», concludono le associazioni. di Nino Sunseri

Dai blog