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Paolo Savona, alla Consob il guaio dei bagni: sciacquone ko, c'è puzza di rivolta

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Caterina Spinelli
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Paolo Savona ha chiamato all'adunata i dipendenti della Consob. I buoni propositi dei presenti sono stati immediatamente smorzati. Il numero uno della Commissione li ha "tediati" con lo stesso discorso tenuto il 14 giugno scorso a Milano sulla relazione annuale. Dunque niente novità organizzative né nuove modalità di approccio alla vigilanza e di gestione del personale. Ma quello che più delude i dipendenti è l'intenzione di Savona di privilegiare ingressi di personale esterno piuttosto che pescare nel bacino degli interni. Lo ha fatto - riporta Il Tempo - per l'incarico di Segretario generale, Carlo Deodato, che è stato capo di gabinetto di Savona al ministero degli affari europei. E lo farà quasi sicuramente con Alessandro Tomassetti e il suo futuro ruolo alla direzione generale. Insomma, a quanto pare i soldi per le nuove assunzioni ci sono. Leggi anche: Di Maio e Salvini, nomine Ue e possibile rimpasto di governo Ogni figura apicale contrattualizzata dall'esterno arriva a costare fino a un tetto massimo di 240 mila euro lordi, dunque due direttori aumentano i costi della struttura di almeno mezzo milione di euro. L'insoddisfazione generata dalle nomine esterne senza utilizzare le risorse già presenti, si sommano alle paure del mancato rinnovo (per molti) del contratto di lavoro. Il clima - prosegue Il Tempo - sembra sempre più teso e ogni pretesto è buono per alzare il livello. Anche quello della manutenzione al ralenty dell'edificio che ospita la Consob. Da qualche mese una colonna dello scarico dell'acqua è fuori uso. E a ogni piano del palazzo due bagni su quattro sono inutilizzabili. Un cartello avverte di non usare lo sciacquone. Insomma si trovano i soldi per assumere ma non per riparare i servizi. 

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