Cina: imprenditori e istituzioni, dialogare tra pari con regole condivise e reciproche (2)
Secondo Davide Cucino, cafoscarino e Presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina e Presidente di Fincantieri Shanghai, "La Cina è un Paese che opera nel mondo e deve quindi imparare che se vuole avere ruoli importanti deve conoscere anche le regole degli altri interlocutori, nonostante – ha detto – l'Europa non sia ancora così forte nella capacità di trattare con questo paese". Marco Bettin, anch'egli laureato a Ca' Foscari e oggi Direttore Operativo della Fondazione Italia Cina e Segretario Generale della Camera di Commercio Italia-Cina, sostiene che "le difficoltà che le aziende incontrano nell'affrontare la Cina sono molteplici, dall'innovazione alle relazioni interculturali. Da qui la necessità di conoscere a fondo quel Paese, il suo sistema e il suo modello di sviluppo considerando – ha ricordato Bettin – che in Italia sono 650 le aziende partecipate da 300 gruppi cinesi che danno lavoro a 33 mila persone con un giro d'affari di 18 miliardi". Bettin ha infine concluso il suo intervento sostenendo che "la vera sfida per il futuro, per essere competitivi rispetto al mercato cinese, è quella di puntare sulla qualità". La Cina è il secondo Paese al mondo che investe in ricerca e sviluppo. Per Pino Musolino, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, "L''Europa non ha ancora un'idea precisa su questi temi, ma servono idee chiare per confrontarci con la Cina. In questo momento il rapporto di forza è tutto in mano ai cinesi; o si comincia a ragionare in un'ottica di reciprocità oppure non ci capiremo mai". Musolino ha lanciato infine una provocazione: "E' davvero quello cinese il modello di business di riferimento del futuro?".