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Evasione fiscale, dalla Svizzera la lista dei 200mila italiani fuori legge: ecco chi trema

Davide Locano
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I nomi di 200.000 evasori italiani in arrivo dalla Svizzera; è questo uno dei doni in viaggio con Babbo Natale. La notizia è emersa nei giorni scorsi e si tratterebbe del primo, dirompente, effetto del nuovo meccanismo di scambio di informazioni fiscali e finanziarie tra l' Italia e lo Stato elvetico. Trattandosi di un impianto normativo identico a quello introdotto con il Principato di Monaco e con il Liechtenstein, è facilmente immaginabile che, a breve, anche da questi paesi arriveranno fiumi di nominativi. Leggi anche: Nicola Porro contro i magistrati: "Spaventano la gente" Il dato rilevante è che si tratta di contribuenti che avevano deciso di non sfruttare l' importante finestra rappresentata dalle ripetute misure di voluntary disclosure introdotte negli ultimi anni per regolarizzare i patrimoni illecitamente detenuti all' estero, magari nella speranza che i citati nuovi accordi internazionali, in base ai quali gli Stati sono tenuti a scambiare le informazioni di natura fiscale e finanziaria, non funzionassero, come effettivamente era stato anticipato dalle amministrazioni finanziarie dei paesi interessati. SANATORIE ESAURITE Si tratta, quindi, di contribuenti che, scientemente e consapevolmente, avevano deciso di non sanare la loro posizione fiscale e che ora si ritrovano con le spalle al muro. Ovvero obbligati ad utilizzare gli strumenti ordinari a loro disposizione nel sistema tributario nazionale (il cosiddetto ravvedimento operoso) per provare a regolarizzare le irregolarità, senza però poter contare su nessun tipo di agevolazione per la riduzione delle sanzioni ma, soprattutto, senza nessun tipo di copertura di natura penale. Chi ha voluto fare il furbo insomma da ora in poi se ne accollerà le conseguenze. In dati in arrivo riguardano gli anni d' imposta 2015 e 2016 ma appare evidente che i contribuenti saranno tenuti alla regolarizzazione di tutti gli anni d' imposta suscettibili di possibile accertamento, visto che l' intera loro posizione fiscale sarà ora facilmente ricostruibile grazie alle informazioni fornite dalla Svizzera. Si tratta, probabilmente, della definitiva fine del mito della riservatezza elvetica ma, soprattutto, della definitiva presa d' atto che il mondo dei paradisi fiscali e finanziari è terminato grazie ai nuovi strumenti di trasparenza introdotti con il cosiddetto Crs, acronimo di Common Reporting Standard, voluto dall' Ocse. Basti pensare che proprio la Svizzera scambia senza problemi i propri dati con ben 63 stati al mondo, destinati a diventare 90 già nel corso del prossimo anno. MANCANO ANCORA 142 MILIARDI Come più volte detto, anche sulle pagine di questo giornale, i contribuenti italiani (che, in base ad una recente indagine della Commissione Ue, si stima detengano in paesi offshore ancora 142 miliardi di euro) devono prendere atto di questa situazione e procedere quanto prima con la regolarizzazione spontanea della loro intera posizione. Così facendo, dimostrando ampio spirito collaborativo, potranno godere delle ordinarie misure premiali previste dal nostro ordinamento in favore di tutti coloro che risultino essere destinatati di misure sanzionatorie di natura amministrativa e penale. Diversamente, non sanando la posizione, correranno anche il rischio di porre in essere gli ulteriori e più gravi reati di riciclaggio e autoriciclaggio e, quindi, di non poter più utilizzare il loro patrimonio. L'epoca delle grandi evasioni internazionali è morta e sepolta, prendiamone atto; chiudiamo i conti con il passato e, grazie anche al contributo dei capitali che rientrano, diamo una nuova spinta economica al nostro Paese. I furbetti non piacciono più a nessuno. di Stefano Loconte

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