Cerca
Logo
Cerca
+

Virus Cina: Confapi Padova, quello cinese è un mercato da oltre 224 mln di euro (2)

AdnKronos
  • a
  • a
  • a

(Adnkronos) - Se al momento dell'epidemia Sars, nel 2003, la Cina rappresentava il 4,2% dell'economia mondiale e contribuiva per il 18% alla crescita del Pil mondiale, nel 2018 la sua quota di Pil globale è salita al 15,8%, con il 35% della crescita globale targato Pechino. Resta il fatto che la Sars - virus che presentava una mortalità tripla e non fu affrontato con la determinazione dimostrata in questi giorni dalle autorità cinesi - costò un calo tra l'1 e il 2% al Pil di quel Paese. Ma, per quanto riguardava le esportazioni padovane dell'epoca, va detto che non ne risentirono, anzi continuarono a crescere, passando dai 42,1 milioni del 2002 ai 58,7 del 2003 e ai 69,4 del 2004, con una tendenza positiva costante. Oggi, uno dei settori più a rischio è quello turistico, perché i turisti cinesi sono al quarto posto per le presenze in Italia, e in Veneto nel 2018 sono giunti in più di un milione: se scendessero ipoteticamente a zero sarebbe un duro colpo. Per quanto riguarda invece i 189 milioni delle esportazioni padovane del 2018, la quota principale ha riguardato i prodotti meccanici (106,394 milioni, a cui aggiungere 9,049 milioni di macchine per l'agricoltura, con un peso considerevole anche per gli strumenti medicali e l'occhialeria, pari a 25,069 milioni, e per i prodotti in gomma, plastica e minerali, pari a 12,441). "Oggi diciamo con forza che non è il caso di lasciarci spaventare: se non si può escludere il rischio di una ripercussione in Europa, i magazzini delle imprese venete sono certamente in grado di sopportare un rallentamento di qualche settimana nelle spedizioni - aggiunge Davide D'Onofrio, direttore di Confapi Padova, che lo scorso settembre ha guidato una delegazione di imprenditori di Unionmeccanica Confapi in una missione commerciale a Chengdu, capitale della provincia del Sichuan - Quello cinese è un mercato interno in continua crescita, che ogni anno si arricchisce di decine di milioni di nuovi consumatori, e le cui necessità e i cui fabbisogni tecnici e tecnologici si sposano con le caratteristiche e le peculiarità del tessuto manifatturiero del Nord Est, come attestano gli ultimi vent'anni di progressivo aumento nell'interscambio commerciale. È obbligatorio mantenere e accrescere la nostra presenza in Cina e lo affermiamo con ancor più vigore oggi, respingendo ogni allarmismo".

Dai blog