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Fisco, ritenuta del 20% su tutti i bonifici dall'estero

Dal primo febbraio, le banche si terranno una grossa fetta dei movimenti in arrivo dall'estero. Una rapina. Anche Bruxelles ha dei dubbi: "E' legale?"

Ignazio Stagno
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Un altro schiaffo dal fisco. Dal primo febbraio è entrato un vigore direttiva dell'Agenzia delle entrate che assoggetta a ritenuta d'acconto del 20% qualsiasi bonifico estero in entrata, percepito da una persona fisica. Spetta al contribuente dimostrare che le somme non hanno natura di compenso "reddituale". Una procedura che non convince affatto la Commissione europea che analizzerà se la ritenuta automatica del 20% viola o meno il principio della libertà di movimento delle persone.  La ratio - Le specifiche applicative si trovano nel provvedimento 2013/151663 del direttore dell'Agenzia dell'Entrate del 18 dicembre scorso. Come spiega il Sole 24Ore, il prelievo è frutto della decisione di considerare ogni bonifico proveniente dall'estero e diretto a una persona fisica italiana, come una componente reddituale imponibile, salvo prova contraria che deve essere data dal contribuente che riceva la somma sul proprio conto corrente. Parola all'Europa - Insomma il fisco va a mettere le mani, ancora una volta, in tasca al contribuente il cui importo ricevuto o bonificato non abbia una connotazione reddituale ma unicamente patrimoniale. A questo punto la Commissione europea dovrà valutare se si tratta di una misura "proporzionata" o meno dal momento che potrebbe esserci una giustificazione al diverso trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altri paesi. 

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