Roma, 15 gen. (Adnkronos) - "L'ordinanza pubblicata oggi dimostra chiaramente che il Consiglio di Stato non ha inteso confermare la motivazione con cui il Tar aveva il 21 dicembre accolto il ricorso del presidente Cremonesi sul ritenuto presupposto che la legge che disciplina le Camere di commercio conterrebbe norme che non consentirebbero di dotarsi statutariamente dello strumento della sfiducia nei riguardi del presidente e della Giunta. La pronunzia del Consiglio di Stato, infatti, si e' limitata unicamente a rilevare la mancanza per la Camera di commercio del danno irreparabile dovuta al fatto che il Tar ha gia' fissato l'udienza a breve per il prossimo 13 febbraio per la trattazione del merito della causa". Lo dice l'avvocato Salvatore Scafetta, difensore di venti consiglieri della Camera di commercio di Roma firmatari della mozione di sfiducia al presidente Giancarlo Cremonesi. "E' un segnale decisivo perche' l'esame dei giudici di Palazzo Spada riapre appieno la partita nei confronti del presidente Cremonesi- aggiunge il legale- dovendo il Tar ora decidere nel merito anche alla luce dell'ordinanza di oggi che, di fatto, non ha avallato le ragioni sulla presunta inammissibilita' della sfiducia. Restiamo, pertanto, fiduciosi che la trattazione nel merito della causa permettera' a tutti di approfondire le evidenti ragioni giuridiche e di opportunita' che hanno consentito gia' al 70% delle Camere di commercio italiane di dotarsi della mozione di sfiducia quale fondamentale strumento democratico di controllo e di efficienza dell'operato del Presidente e della Giunta".




