Cosenza, 21 giu. (Adnkronos) - "L'introduzione dell'Imu sugli immobili ha innescato l'ennesimo meccanismo di vessazione sulle imprese, in particolare dei servizi, che operano nel Mezzogiorno del Paese. Il 50% di questa tassa andra' allo Stato, attraverso la reversibilita' dell'Agenzia delle Entrate, mentre il restante 50%, andra' all'Ente comunale. Il modello semplificato F24, deve essere utilizzato per pagare entrambe le quote. Cio' significa che se un'impresa vanta crediti da un Comune e, nello stesso tempo, ha dei debiti nei confronti dello stesso, l'Imu non potra' essere compensata, in quanto le somme dovute dall'imprenditore si pagano con lo stesso modello F24". E' quanto dichiara il presidente della Piccola Industria di Confindustria Cosenza, Demetrio Metallo. Metallo sottolinea come sia "paradossale, ad esempio, che una societa' commerciale non possa, ipso facto, compensare le imposte a causa di un sistema congegnato sempre a danno dei contribuenti, sol perche' gli enti locali non hanno liquidita'. Infatti, non essendo possibile diversificare il pagamento, sdoppiando il modello F24, la tassa dovra' pagarsi per intero e continuera' a persistere, giocoforza, il credito nei confronti della Pa, sine die" . Quanto al pacchetto di quattro decreti ministeriali varati dal Governo per intervenire sul tema dei crediti vantati dalle imprese verso lo Stato, "nonostante l'intento lodevole di sbloccare i pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, attraverso la certificazione dei crediti maturati dalle imprese, purtroppo, il legislatore ha limitato l'accesso all'utilizzo della compensazione dei crediti certificati - continua il presidente Metallo - ai soli debiti iscritti a ruolo. Cio' significa che se una societa' ha sempre ottemperato a pagare i tributi (contributi Inps, Inail, ecc.) non puo' compensare i propri debiti con i crediti che vanta dalla stessa pubblica amministrazione". (segue)