Crisi, attesa per sentenza sull'Esm, in gioco c'è il futuro dell'Euro

domenica 16 settembre 2012
Crisi, attesa per sentenza sull'Esm, in gioco c'è il futuro dell'Euro
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Berlino, 12 set. (Adnkronos) - Si gioca oggi a Karlsruhe il futuro dell'euro. E' attesa per le 10 - mentre a Strasburgo il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso avrà appena finito di pronunciare il suo discorso sullo Stato dell'Unione con le proposte sull'unione bancaria - la sentenza della Corte costituzionale tedesca sulla legittimità del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) alla legge fondamentale, legittimità messa in dubbio attraverso sei ricorsi che hanno raccolto 37mila firme. La sentenza arriverà in mattinata "come previsto" e non ci sarà alcun rinvio, hanno fatto sapere ieri da Karlsruhe, dopo la presentazione dell'ennesimo ricorso ai giudici in toga rossa nel fine settimana: promotore il deputato conservatore Peter Gauweiler, secondo il quale il programma di acquisto di titoli di Stato annunciato la settimana scorsa dalla Bce ha cambiato radicalmente la situazione e dunque sarebbe necessario un rinvio della sentenza. Nulla da fare: gli otto giudici emetteranno oggi la sentenza che, secondo la maggior parte degli osservatori, confermerà la legittimità dell'Esm alla costituzione tedesca, permettendo dunque al presidente Joachim Gluck di firmare il trattato istitutivo, ratificato dal Parlamento di Berlino a luglio. Senza il via libera della Germania il nuovo fondo Salva-Stati, l'Esm non potrà vedere la luce dal momento che il meccanismo non può entrare in vigore senza la ratifica di Stati membri che rappresentano il 90% degli impegni di capitale. E siccome la Germania 'pesa' per il 27,146% dei contributi, è evidente come il suo ruolo sia cruciale. In realtà all'appello mancano ancora la ratifica dell'Italia e dell'Estonia: per il nostro Paese (terzo contribuente con una quota del 17,914%), dopo il sì delle Camere e la ratifica del Quirinale, serve solo il deposito degli atti mentre l'Estonia (il cui impegno è pari appena allo 0,186% del capitale dell'Esm) aspetta la firma del presidente Ilves. L'Esm nasce dall'esperienza maturata con il primo fondo salva-Stati, l'Efsf (European Financial Stability Facility, Fondo europeo di stabilita' finanziaria) creato nel maggio 2010. L'Efsf - la cui vita operativa cessera' il prossimo 30 giugno 2013 - ha una capacita' di prestito di 440 miliardi di euro, di cui 292 già impegnati a favore di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna (in questo caso solo a favore del settore bancario). Finora il mercato ha accolto con grande favore le emissioni dell'Efsf che, per i titoli a breve, ha addirittura ottenuto rendimenti negativi. Rispetto all'Efsf, che ha forma di una società, registrata in Lussemburgo, l'Esm - cui partecipano tutti gli stati dell'Eurozona è una organizzazione intergovernativa nel quadro del diritto pubblico internazionale, frutto di una apposita modifica all'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'UE. Il capitale sottoscritto dagli stati membri è di 700 miliardi di cui 80 da versare entro il 2014: per l'Italia la quota sottoscritta è di 125, 39 miliardi mentre quella da versare è pari a 14,3 miliardi. La capacità effettiva di prestito dell'Esm è pari a 500 miliardi di euro, ma tale ammontare può essere rivisto ogni 5 anni. I prestiti saranno erogati in base a precise condizioni nel quadro di un programma di aggiustamento macroeconomico e di un'analisi di sostenibilita' del debito pubblico effettuata dalla Commissione insieme al Fondo monetario internazionale e di concerto con la Banca centrale europea. Inoltre, l'Esm disporrà anche di una combinazione di capitale richiamabile impegnato e di garanzie degli Stati membri della zona euro per un importo totale di 620 miliardi di euro. Le decisioni potranno essere assunte a maggioranza qualificata dell'85% del capitale qualora Commissione e Bce segnalino la necessità di decisioni urgenti in materia di assistenza finanziaria in caso di minaccia per la stabilità finanziaria ed economica della zona euro. Rispetto all'Efsf la gestione è affidata ai ministri delle Finanze dei paesi membri, sotto la supervisione del Commissario agli Affari Economici e del governatore della Bce.