Roma, 17 nov. - (Adnkronos) - Sopperire alla flessione della domanda interna aprendo nuove opportunita' nei mercati emergenti e' diventato un imperativo per le imprese italiane. Aristoncavi, azienda di Brendola, in provincia di Vicenza, tra i principali produttori mondiali indipendenti di cavi elettrici, nell'annus horribilis del mercato nazionale (-30% nei primi sei mesi del 2012 secondo l'Aice, l'associazione dei costruttori di cavi elettrici italiani), accresce il suo peso nell'export puntando anche a una forte specializzazione dell'offerta. Dal 2009 a oggi la quota export, che ricopre oltre i 2/3 dei ricavi di Aristoncavi, e' cresciuta del 26% sul fatturato passando dal 60% al 70,6%. La flessione delle vendite in Italia (-14% dal 2009) e' stata colmata dalla crescita delle relazioni con i Paesi extra Ue (30,5% la quota nel 2012), ma anche dal dato positivo del mercato europeo (40,1%). Nel Far East (Cina e Oceania in particolare), il settore industriale rappresenta il principale sbocco. A inizio 2012, la branch responsabile dei Paesi dell'estremo oriente e' stata trasferita da Singapore a Shangai, per una piu' attenta e strategica gestione del mercato cinese. Cresce anche la quota di cavi destinati alle infrastrutture in Africa Centrale (Nigeria ed Etiopia), in un mercato contraddistinto dalla feroce concorrenza delle imprese cinesi. La chiave del successo dell'azienda di Brendola, che nel 2011 ha superato la quota record di 90 milioni di fatturato, e' anche la forte specializzazione dell'offerta: cresce la quota dei cavi per applicazione speciale, passando da un 38% della produzione nel 2009 al 58% nel 2012. (segue)