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Coronavirus, bonus di 100 euro dal governo a chi non può fare smart-working

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Il governo ha dato il via libera al bonus dedicato a chi non ha potuto usufruire dello smart working. La circolare 8/2020 dell'Agenzia delle Entrate ha fornito tutte le istruzioni necessarie per l'erogazione nella busta paga di aprile del premio a tutti quei dipendenti che a marzo hanno continuato a lavorare nella loro sede di lavoro. Una possibilità che potrebbe essere prolungata anche ai mesi successivi. Il premio viene calcolato in base al rapporto tra le ore lavorate in sede e quelle lavorabili secondo il contratto. A questi vanno sottratti i giorni di assenza, i quali “devono essere quantificati in ore, per ferie, malattie e aspettative non retribuite”. Non solo, non dovrebbero inoltre essere rilevati i nuovi congedi Covid, quanto l'estensione dei giorni di permesso derivanti dalla legge 104/1992 del dl Cura Italia.

 

Il bonus non fa differenze a seconda della tipologia di contratto. Ad essere esclusi però i dipendenti che hanno operato in smart working. Il dipendente in servizio tutto il mese, dunque, che nella seconda metà di marzo ha scelto il lavoro agile, riceverà un premio dimezzato rispetto a quello ricevuto dal collega in ferie due settimane. Secondo tale ragionamento, un dipendente che a marzo ha lavorato un giorno soltanto, salvo poi adottare il congedo parentale, dovrebbe ricevere l'intero premio di 100 euro. Una miseria. In ogni caso il premio va rapportato solo in riferimento al personale licenziato a marzo. Si tratta di un beneficio che ha come soglia massima 40mila euro e che prende in esame solo il reddito da lavoro dipendente percepito nel 2019 e soggetto a tassazione.

 

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