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Financial Times: no a Mes ed eurobond, l'euro si salva solo se la Bce stampa moneta senza debito. Ma è impossibile

 Christine Lagarde

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Martin Wolf, sul Financial Times, ha scritto i suoi consigli ai governi dell’eurozona riguardo alle misure da prendere per la crisi economica globale dovuta all’emergenza coronavirus. Ecco quindi che Wolf boccia il Mes, il Fondo salva Stati e pure gli eurobond e si dice convinto che l’euro potrà sopravvivere solo se la Bce sarà in grado di creare denaro dal nulla e fornire tutta la liquidità necessaria a ogni membro dell'area euro, per aiutarlo a superare la crisi, senza creare debito, riporta ItaliaOggi. Guai poi se la Germania dovesse bocciare  Quantitative easing. Peccato però che, per statuto, la Bce non possa farlo, circostanza che pone, secondo il FT, il futuro della moneta unica a rischio.

 

 

“Le discussioni sul Mes e sui coronabond sono solo chiacchiere. Il Mes è irrilevante. La sua potenza di fuoco è troppo piccola. Inoltre la condizionalità di questo fondo-salva stati, che saranno applicate se non ora, più tardi, quando arriveranno i rollover, rende i suoi prestiti irricevibili. E sarebbero anche divisivi, in un momento in cui è richiesta solidarietà”, spiega Wolf. Gli eurobond “politicamente, uno strumento finanziario comune, che piace ad alcuni Stati membri, ma è un anatema per i paesi nordici. Non si faranno. Anche se tale strumento sarebbe utile proprio alla Bce, quando vorrà vendere le montagne di titoli di debito che sta per acquistare. Altrimenti potrebbero esserci difficoltà con le montagne del debito futuro”.

Secondo le previsioni del Fmi (Fondo monetario internazionale), il pil della zona euro si ridurrà del 7,5% quest' anno, con un pil tedesco giù del 7% e quello italiano giù del 9,1%. “Previsioni terribili, purtroppo ottimistiche”, sottolinea Wolf. Il piano di acquisti della Bce per 750 miliardi lanciato da Christine Lagarde, sia pure dopo la nota gaffe iniziale con il suo “non siamo qui per chiudere lo spread”, è volto proprio a scongiurare il rischio ridenominazione, vale a dire il default e la ristrutturazione del debito di qualche paese membro dell' eurozona.

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