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Inps, buco da 26 miliardi: allarme sulla tenuta dei conti, in bilico i soldi per le pensioni

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Attilio Barbieri
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 Entrate in calo e uscite in crescita. Il bilancio preventivo dell'Inps per l'anno in corso si chiude con un rosso di 26 miliardi di euro. E ci sono dubbi sulla «tenuta del sistema». A lanciare l'allarme sull'equilibrio del nostro sistema previdenziale è il Comitato di vigilanza dell'Istituto che ha sì approvato l'assestamento di bilancio, segnalando però «come l'effetto della pandemia sul tessuto economico e sociale del Paese ponga il tema della sostenibilità e dell'equilibrio del rapporto tra assicurati (in leggero calo) e pensionati (in piccola crescita) portandolo al 1,25. Tema, questo della tenuta, che il legislatore dovrà osservare con attenzione in termini di interventi normativi e finanziari». Il messaggio è chiaro: il governo giallorosso deve tenere conto del dissesto nei conti, evitando di gravare l'Istituto guidato da Pasquale Tridico di poste finanziarie che allo stato dei fatti potrebbero essere insostenibili. Nel documento che accompagna l'atto di approvazione della nota di assestamento, il Comitato di vigilanza dell'Inps, presieduto da Guglielmo Loy, sottolinea che «la fase di difficoltà economica che il Paese sta attraversando, inevitabilmente incide sul bilancio dell'istituto per effetto anche dalla diminuzione delle entrate e l'aumento delle prestazioni». E questo rende ancora più urgente che «i piani di intervento strutturale», più volte segnalati dai controllori, «trovino già nell'ultimo trimestre 2020 attuazione ed avvio».

 

BALZO DEL 400%
Vale la pena di segnalare che l'assestamento su cui l'organismo di vigilanza era chiamato ad esprimersi è tale da destare preoccupazioni anche nell'amministratore più ottimista. Alla perdita prevista di 6,4 miliardi se ne aggiunge una ulteriore pari addirittura a 19,6 miliardi, che porta il rosso complessivo previsto per il 2020 a 26 miliardi. Una crescita esplosiva, superiore al 400 per cento. Un peggioramento che si riflette inevitabilmente pure sulla situazione patrimoniale dell'Inps. Per la fine dell'esercizio 2020 si attesterà a quota 13.738 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto alle previsioni originarie: 32.073 milioni di euro. L'organismo presieduto da Loy formula numerose raccomandazioni indirizzate ai vertici dell'istituto e al consiglio di amministrazione.

 

SPESE DELEGATE
Certo, sul bilancio Inps continuano a pesare le spese delegate per la protezione sociale. Come i 10,7 miliardi per la cassa integrazione, i 7 miliardi per misure di sostegno al reddito, oltre ai 7,2 miliardi necessari per coprire il reddito e la pensione di cittadinanza. Tutte uscite che non hanno alcun corrispettivo sul fronte delle entrate se non quelle garantite dalla fiscalità generale. Ma la situazione è tale da indurre il Comitato dii vigilanza a lanciare un richiamo formale, «Nella situazione determinatasi», si legge nell'allegato trasmesso da Loy ai vertici dell'Istituto, «è indispensabile un attento, tempestivo e prudenziale atteggiamento degli organi di amministrazione e gestione per garantire con certezza sia i routinari flussi delle prestazioni pensionistiche e assistenziali, sia gli ordinari e straordinari flussi di politiche sociali, di politiche per il lavoro e di quelle di sostegno al reddito». A preoccupare, fra l'altro, è il crollo del 6,3% registrato nelle entrate per contributi, scese a 221 miliardi, con un decremento di 14,9 miliardi. Una voce su cui ha influito inevitabilmente la contrazione delle attività provocata dal Covid e per la quale i tempi della ripresa sono incerti.

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