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Ennio Doris, il dolore di Pier Silvio Berlusconi: "Quello che mi ha insegnato", un lutto che travolge Arcore

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A casa di Silvio Berlusconi, il banchiere Ennio Doris era qualcosa in più di un fidato collaboratore. Era un amico, uno di famiglia. E Pier Silvio Berlusconi, dopo papà Silvio, ricorda il fondatore di Mediolanum banca, scomparso nella notte a 81 anni a causa di una malattia, con parole altrettanto colme di affetto e cordoglio: "Una stima infinita - è il messaggio dell'amministratore delegato di Mediaset -. È il primo sentimento che provo pensando al caro Ennio, un grandissimo imprenditore e una persona unica per valori, principi e umanità".

 

 

 

 


"Per me - prosegue il secondogenito di Berlusconi e Veronica Lario - è sempre stato un esempio e un riferimento: mi ha sempre dato stimoli importanti anche dal punto di vista professionale, esprimendomi il suo sostegno fino all’ultimo. Mi stringo con affetto, commozione e riconoscenza alla cara Lina a Massimo e a Sara". "Un grande uomo - lo aveva salutato l'ex premier all'alba, il primo ad esprimere il dolore per il lutto -, un grande imprenditore, un grande patriota, un grande italiano. Un uomo generoso, altruista, sempre attento agli altri, sempre vicino a chi aveva bisogno. Ci mancherà molto, mi mancherà moltissimo. A massimo, a Sarà, A Lina la mia vicinanza e tutto il mio affetto".

 

 

 

 

 



Il rapporto tra Doris e Berlusconi era nato nel 1981, in un incontro casuale a Portofino dove il banchiere, intenzionato a lanciare il suo nuovo Programma Italia (di fatto, l'origine di Mediolanum), aveva portato la moglie per farla svagare. "E sul porticciolo chi vidi? Silvio Berlusconi. Parlava con un pescatore che stava riparando le reti. Lo riconobbi - ricordava Doris in una celebre intervista al Corriere della Sera - perché la sua foto era su Capital, a corredo di un’intervista in cui dichiarava: 'Chi ha una buona idea, si rivolga a me'. Gli dissi: la ammiro molto, posso stringerle la mano? Ne fu lusingato".

 

 

 

 

 

Passati 15 giorni, spiegava Doris con orgoglio, "mi convocò ad Arcore" colpito dalla presentazione e dall'entusiasmo del banchiere rampante. "Mi ero presentato con un dossier che raccoglieva i profili di 3.000 clienti, giusto per dimostrargli che non partivo da zero. In quel momento mia madre mandò dal cielo un colpo di vento che sparse tutti quei fogli sul prato. Le pagine sembravano migliaia, anziché un centinaio. Di solito Berlusconi era abituato a incontrare interlocutori del genere: 'Guadagno tanto, quindi deve darmi di più'. Io gli dissi solo: da lei non voglio niente, facciamo una società al 50 per cento. Ci stringemmo la mano. Non servì altro".

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