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Ucraina invasa, le Borse crollano: gas e petrolio alle stelle, è già "guerra mondiale". Le conseguenze

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L'invasione dell'Ucraina è iniziata e le Borse di tutto il mondo crollano. Azionario sotto pressione e corsa verso i beni rifugio (l'oro è salito sui massimi da 13 mesi a 1.948 dollari l'oncia) sono il trend comune in tutte le piazze: i future sugli indici europei sono tutti in pesante rosso, indicando aperture in flessione tra il 3% e il 4%, con Londra che segna una flessione del 2,5%. Pesante anche il bilancio in Asia con Hong Kong che perde il 3%, Tokyo che chiude in calo dell'1,8% e Shanghai in flessione del 2%. Il sell-off sull'azionario ha colpito già ieri Wall Street, con l'S&P500 entrato in fase di correzione, per la prima volta dal 2020, perdendo oltre il 10% dai massimi toccati a inizio anno. Gli investitori si spostano sui beni rifugio e torna a salire il dollaro: l'euro scivola a 1,1236 (era a 1,131 ieri in chiusura) e va in pesante rosso contro yen a 128,6 (da 130,42). Il biglietto verde perde terreno contro la divisa giapponese a 114,4 (115,05). 

 

 

 

 

Ripercussioni pesantissime, come prevedibile, sul settore energetico. Innanzitutto, il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, "benchmark" del metano per l'Europa continentale: i future sono saliti fino a un massimo del 41%, a 125 euro al megawattora, nel quarto giorno di rialzi consecutivo. Petrolio: il Brent sfonda quota 100 dollari e ora scambia a 102 dollari con un rialzo del 5%, mentre il Wti del Texas passa di mano a 96,7 (+4,6%).

 

 

 

Gravissime le ripercussioni alla Borsa di Mosca, con l'arrivo già preventivato di sanzioni che l'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell ha già annunciato essere "le più pesanti di sempre". L'indice Moex in rubli ha aperto al -11%, l'indice Rts in dollari era in calo del 21%, portando alla sospensione delle contrattazioni. Anche la Borsa di San Pietroburgo, la seconda del Paese, ha annunciato un "divieto di offerte e contratti per tutte le modalità di negoziazione e per tutti i tipi di titoli".

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