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Valdis Dombrovskis, il falco Ue: "Italia sorvegliata speciale, la verifica in autunno"

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L’invasione russa in Ucraina ha avuto un impatto significativo sull’economia dei Paesi appartenenti all’Unione europea. Non fa eccezione l’Italia, che è anzi “sorvegliata speciale” da Bruxelles a causa di un’economia che sta rallentando parecchio. Intervistato da La Stampa, il vicepresidente della commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha detto a chiare lettere che il governo presieduto da Mario Draghi “deve limitare la spesa” e che il prossimo autunno verrà sottoposto a un “nuovo esame sui conti”.

 

 

Le raccomandazioni europee prevedono che l’Italia limiti la crescita delle sue spese, ma che cosa succederebbe se non dovesse farlo? “Per ora non apriamo alcuna procedura - ha dichiarato Dombrovskis a La Stampa - ma torneremo a valutare la situazione in autunno e anche nella primavera del prossimo anno”. Qualche margine c’è, considerando che l’Italia - come tutti gli altri Paesi europei - si è ritrovata catapultata in uno scenario di guerra a causa della scellerata “operazione militare speciale” che la Russia sta portando avanti in Ucraina da tre mesi: “Per i Paesi ad alto debito - ha spiegato Dombrovskis - l’aumento della spesa pubblica corrente non deve superare il valore della crescita potenziale a medio termine”. “Nel caso italiano - ha aggiunto - secondo le nostre stime, la media sui 10 anni è dello 0,4%. L’attivazione della clausola permette agli Stati di avere margini di manovra per quanto riguarda le spese per gli investimenti, ma non per la spesa corrente che va limitata”.

 

 

Dombrovskis ha affrontato anche la questione del Recovery Plan, con la tensione attorno alle riforme da attuale che sta salendo nella politica italiana: “Quando abbiamo concordato i piani di ripresa e resilienza con gli Stati membri, c'è stata un'intesa sulle riforme e sugli investimenti da attuare, con tappe e obiettivi da raggiungere. I relativi fondi del Next Generation EU saranno condizionati al rispetto di queste tappe e di questi obiettivi. Poi, ovviamente, sulle sfumature delle varie riforme gli Stati hanno alcuni margini per cercare di affrontare al meglio la questione”.

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