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Giorgia Meloni, la verità sul Pos obbligatorio: "Sapete chi ci guadagna?

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La rivolta contro lo Stato e contro le banche. L'obbligo di Pos per i commercianti e liberi professionisti, costretti da ieri ad accettare pagamenti elettronici con carte di credito anche per somme minime, scatena Giorgia Meloni e molte associazioni di categoria. 

 

 

 

 

"Semplicemente vergognoso", accusa la leader di Fratelli d'Italia: "Siamo diventati la Nazione degli obblighi e delle coercizioni. Con l'accondiscendenza silente di tutta la maggioranza - scrive la Meloni, di fatto unica all'opposizione tra i maggiori partiti italiani - da oggi è entrato in vigore l'ennesimo obbligo per le micro e piccole imprese: tutti sono obbligati ad avere il Pos, ovvero a versare alle banche l'ennesimo obolo, tra costo del dispositivo e commissioni. Tutto a carico delle imprese, che ovviamente saranno costrette a ribaltare il costo sui clienti. Gli unici a guadagnarci sono i gestori della moneta elettronica, che possono contare su uno Stato che obbliga il suo tessuto produttivo a far uso dei loro servizi, senza nemmeno chiedere di azzerare le commissioni. Semplicemente vergognoso".

 

 

 

 

Non a caso, c'è chi si è già definito "no Pos". "Non posso permettere a un cliente di pagare un limone con la carta, ci rimetto", spiega un ambulante di Torino a La Stampa. Un barista di Napoli provoca: "Esistono i no-vax? Be io sono un no Pos, per un euro non accetto carte. Voglio vedere se mi fanno la multa". Un pasticcere di Genova, sentito da Repubblica, propone una contropartita: "Se la carta viene parificata al contante, i costi di gestione e per le transazioni devono essere annullati". E, come sottolinea Leggo, il trucchetto per aggirare l'obbligo è facile e già iniziato: la multa per i commercianti scatta solo in caso di rifiuto di accettare il pagamento con carta (ma deve essere il cliente a denunciare il fatto), non se il Pos non c'è o la Rete non funziona. Tradotto: il guasto del dispositivo potrebbe essere sempre dietro l'angolo.

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