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Fisco, arrivano 26 milioni di cartelle: lo tsunami, chi viene spennato

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Sandro Iacometti
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Avete presente la crisi, l'inflazione, lo spread e la recessione alle porte? Ebbene, su tutto questo l'Agenzia delle entrate-Riscossione si prepara a far precipitare, praticamente di botto, la valanga di cartelle esattoriali non notificate negli anni della pandemia. A dare i numerici ha pensato un paio di giorni fa la sottosegretaria al Mef, Cecilia Guerra, rispondendo ad una interrogazione di Fdi in commissione Finanze del Senato.

 

«Dei circa 26 milioni di cartelle di pagamento che si sono accumulate dall'inizio del periodo di sospensione e fino a tutto il 31 dicembre 2021, circa 13 milioni sono state già prodotte e avviate alla notifica e, di queste, circa 7 milioni sono già state notificate, mentre per altre 6 milioni l'iter di notifica è in corso di perfezionamento. Per gli altri 13 milioni di cartelle, il piano di graduale smaltimento prevede la produzione e l'invio alla notifica entro l'inizio del 2023, unitamente alle cartelle relative ai carichi che gli enti creditori hanno già affidato o affideranno all'Agenzia delle Entranel te -Riscossione corso dell'anno 2022». 

Insomma, una bella raffica di avvisi di pagamento è già partita nei primi sei mesi dell'anno. Nei prossimi sei, forse con uno strascico nell'inizio del 2023, i contribuenti si vedranno recapitare ben 20 milioni di atti. Un toccasana per sopravvivere alle difficoltà in atto. Difficoltà di cui ieri ha tracciato un quadro Confcommercio.

 

A preoccupare l'associazione guidata da Carlo Sangalli è principalmente l'aumento delle spese fisse. Confcommercio vede a rischio i consumi e definisce "abnorme" l'aumento dei costi per energia, gas e carburanti. Per questi Sangalli chiede al governo un intervento netto su energia insieme a quello sul cuneo fiscale. Il desiderio di ritorno alla normalità - spiega il Centro studi di Confcommercio - sta sostenendo, in questa prima parte dell'anno, i consumi delle famiglie con alcuni comparti in forte recupero (come il turismo e l'area di convivialità e tempo libero) ma ci sono settori che ancora stentano, come automotive e abbigliamento. 

Un quadro che rischia un forte rallentamento, soprattutto dopo l'estate, a causa dell'impatto dell'inflazione (prevista intorno al 7% nel 2022), degli aumenti dell'energia e delle spese obbligate. Su un totale consumi all'anno di oltre 19mila euro pro capite, per le spese obbligate se ne vanno 8.154 euro (+152 euro rispetto all'anno scorso), tra queste spese, la quota principale è la casa (4.713 euro) ma il contributo maggiore all'incremento viene da energia, gas e carburanti (1.854 euro) che, nella media del 2022, raggiunge un'incidenza sul totale consumi del 9,7%, valore mai registrato prima.

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