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Giorgia Meloni, i mercati sputano veleno: "Cosa accadrà dopo il voto"

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A cinque giorni dal voto l'Italia torna ad essere oggetto di analisi da parte di banche e commentatori della finanza, secondo cui sarebbe ormai scontato il trionfo del centrodestra alle elezioni. Il timore riguarda soprattutto le promesse fatte in campagna elettorale, come quelle su spesa fiscale e taglio alle tasse. "Meloni non ha la credibilità di Draghi. È un leader inesperto, il cui unico incarico governativo è stato quello di ministro della Gioventù tra il 2008 e il 2011 nel governo Berlusconi IV", ha detto Hugo Dixon, editorialista di Reuters citato da La Stampa. 

 

 

 

A preoccupare è il debito già alto del nostro Paese, un terreno su cui "è meglio non sfidare la sorte", ha spiegato Sylvain De Bus, Deputy Head of Global Bonds di Candriam. Secondo gli analisti di Barclays, invece, le promesse fatte dal centrodestra non potranno essere mantenute: "Dubitiamo che tutte le misure menzionate nel programma rientrerebbero nel budget del 2023". Gli occhi sono puntati anche sul Pnrr: "Accedere alle risorse del Recovery fund richiede anche la capacità di varare riforme. Finora l’Italia ha rispettato pienamente la tabella di marcia, ma se il nuovo governo rallentasse la corsa si perderebbero punti di Pil per strada", ha sentenziato Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer Ubs Wm Italy.

 

 

 

Questi timori, però, sembrano non essere condivisi dalle agenzie di rating. Solo qualche giorno fa, infatti, l'agenzia Fitch ha fatto sapere di non essere de tutto pessimista. Insomma, non crede che un’eventuale vittoria elettorale del centrodestra rappresenti un grosso problema: "Non necessariamente una coalizione di centrodestra andrà in rotta di collisione con l’Unione europea”. Allo stesso tempo, però, ha messo in guardia i governi futuri: "Dovranno mirare a surplus primari più alti”, limitando gli spazi di manovra su fisco e aumento della spesa pensionistica.

 

 

 

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