Cerca
Cerca
+

Senaldi contro il reddito: africani in fuga coi contanti nella borsa, "a chi regaliamo soldi"

Pietro Senaldi
  • a
  • a
  • a

Diranno che è un’eccezione, ma non è vero: con quest’ultimo mezzo milione, le eccezioni diventano oltre mezzo miliardo, di euro truffati agli italiani da percettori di reddito di cittadinanza senza diritto, come i 39 nordafricani pizzicati ieri dalla questura di Milano. Secondo la Corte dei Conti però il danno all’erario si aggirerebbe intorno al miliardo tondo. Basterebbe questo per rottamare per sempre il sussidio grillino e poi andare sul balcone di Palazzo Chigi a festeggiare; se non l’abolizione della povertà, almeno quella dei fannulloni con le tasche piene. Anche quelli che non sono truffatori, perché incassano nel rispetto delle regole, sono comunque mangiapane a tradimento. La pensava così perfino il Pd, che quando il reddito di cittadinanza venne introdotto lo definì «una pagliacciata» per bocca dell’allora segretario Zingaretti e «una sciocchezza» con le parole di Boccia, sponsor del segretario nuovo imposto dai vecchi.

 

 

 

Il sussidio grillino è una bandiera politica che Conte difende perché è la principale motivazione di voto per M5S e la Schlein finge di rimpiangere solo per andare contro il governo, che lo leva per sostituirlo con altre bandierine e togliere ai Cinquestelle la finta etichetta di paladini dei poveri, quando invece sotto i governi Conte gli italiani in miseria sono aumentati. Via il reddito grillino forse non torneremo ad avere meno poveri, ma di certo avremo meno imbroglioni.

 

 

 

E a proposito delle lingue biforcute dem, voglio spezzare una lancia in difesa di Piero Fassino, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Lui è un bugiardo, perché non è vero che come parlamentare guadagna 4.700 euro al mese. Ne incassa più del doppio grazie a rimborsi, gettoni e indennità. Però il Pd che gli fa il processo morale perché difende la sua paga nel giorno dell’abolizione del reddito di cittadinanza è più ipocrita di lui. A sinistra, fin dai tempi di Marx, il cui libro si chiama Il Capitale e non Il Solidale, sono tutti pazzi per il denaro. Solo che, non sapendo come farlo, hanno come ragione sociale quella di impadronirsi dei quattrini altrui, sottraendoli a chi è più bravo di loro.

 

 

 

Dai blog