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John Elkann, orgoglio italiano? Macché: la "fuga in Marocco"

Michele Zaccardi
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Si festeggia al Lingotto. L’occasione è la presentazione di cinque modelli unici della Topolino realizzati per i 100 anni della Disney e l’avvio di una collaborazione tra la Fiat e l’azienda. Abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle. Si sprecano i complimenti e le congratulazioni. E non mancano, ovviamente, i richiami seducenti alla “cultura italiana”, all’italianità” e alle “radici”. Insomma, una vera apoteosi patriottica, che a sinistra non esiterebbero a marchiare come sovranista.

«Mickey Mouse, per noi Topolino, e la Fiat Topolino sono due icone entrate a far parte della cultura italiana, continuando a rappresentare un’idea di calore, spontaneità e semplicità» afferma orgoglioso John Elkann, amministratore delegato di Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli. «Questo accordo è molto bello, sono due aziende stupende che hanno una storia molto importante e insieme guardano al futuro con grande fiducia».

 

Insomma, grande festa al Lingotto di Torino, dove i cinque modelli rimarranno esposti. Epperò, non per rovinare il tripudio di autocompiacimento di Elkann e soci, ma tocca ricordare che di Italia, al netto delle parole, nei piani di Stellantis, di cui Exor è azionista di maggioranza con il 14% del capitale, ce n’è ben poca. E non solo per la produzione, che da quando Fiat Chrysler si è fusa con Psa (Peugeut e Citroën) nel 2021 si è concentrata in Francia, dove gli stabilimenti del gruppo franco-italiano sfornano circa un milione di veicoli all’anno contro i 400mila del nostro Paese. No, non solo per questo.

Ma anche e soprattutto perché la “mitica” Topolino - il cui nuovo modello elettrico è stato lanciato a luglio - a dispetto del tronfio patriottismo di facciata di Elkann, non è prodotta in Italia, ma in Marocco. E qui sorge il sospetto che, al di là dei sussidi miliardari che Stellantis continua a chiedere al governo, a far premio sia il minor costo del lavoro. Un discorso che vale pure per la Fiat 600 versione elettrica. Lanciata insieme alla Topolino a luglio scorso, la 600 viene realizzata in Polonia.

Così, i peana di Elkan e soci suonano un po’ stonati. «Per noi» ha detto Daniel Frigo, Country Manager in Italia per Walt Disney, «è un onore essere parte della cultura e dell’incredibile creatività italiana. Questo amore per l’Italia ci ha ispirati ad instaurare un rapporto basato sul rispetto e la fiducia sia con gli italiani che con Fiat». «Le storie di Fiat e Disney hanno radici forti, entrambe festeggiano i 100 anni, e si intrecciano l’una all’altra» ha detto l’ad di Fiat, Olivier Francois. «Vale lo stesso per le Topolino, l’icona Disney e la primissima Fiat 500, che hanno ispirato per decenni gli artisti, la street art e la moda. Abbiamo in comune molto più di un nome: il Dna, l’autenticità», ha aggiunto Francois. Poi certo, per preservarlo, tutto questo patrimonio di cultura, servono i soldi. 

 

Ecco, quelli ce li deve mettere lo Stato. Il tavolo per il rilancio dell’auto made in Italy, con l’obiettivo di riportare la produzione a quota un milione di veicoli, si aprirà il 6 dicembre, ma Stellantis ha già fatto sapere le sue condizioni. Che sono piuttosto proibitive: «Rinvio o rimozione della normativa Euro 7» che peraltro dipende da Bruxelles e non dall’Italia; «incentivi alla vendita di veicoli elettrici; «miglioramento dei costi dell’energia per sostenere la competitività industriale di Stellantis e dei fornitori italiani».

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