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Roberto Formigoni: "L'energia nucleare è la sfida del futuro"

Roberto Formigoni

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Solare, eolica, geotermica, idrogeno... Parliamo di energie rinnovabili, è obbligatorio ora che i Paesi del mondo, alla Cop28, si sono messi d’accordo (con qualche incertezza) per eliminare l’uso del petrolio entro il 2050.

Vanno tutte bene quelle che ho citato, ma non sono sufficienti, occorre rompere un tabù, quello del nucleare. L’energia nucleare è indispensabile per alimentare la produzione industriale, questo vale per il mondo e vale soprattutto per l’Italia.

 

 

E proprio dall’Italia arrivano buone notizie, perché, nonostante da 30 anni il nostro Paese abbia messo al bando il nucleare (per timori sulla sua sicurezza che ormai non hanno più ragione di esistere), la nostra industria non si è fermata. Basti pensare che l’anno scorso solo un’industria italiana è stata in grado di risolvere alcuni guasti importanti di impianti nucleari proprio in Francia, il Paese europeo che in questi anni più ha utilizzato il nucleare! La nostra industria è pronta, soprattutto Enel che non è mai uscita completamente dal settore e in questi anni ha costruito centrali in Slovacchia e altre ne ha ammodernate e gestito in Spagna.

Enel è il principale operatore e sta anche sviluppando temi legati al nuovo nucleare, ma pure grandi gruppi privati hanno cominciato a investire.
E finalmente si sta muovendo il governo, che ha assegnato 135 milioni di euro all’Enea per la ricerca e sperimentazione, un settore, questo della ricerca, molto penalizzato negli ultimi anni.

 

 

L’energia è la sfida del futuro, e del futuro prossimo, le nostre imprese hanno bisogno di certezza nell’approvvigionamento, e di prezzi stabili e programmabili. Ne hanno bisogno soprattutto le industrie più energivore come quelle della carta, del vetro, della ceramica e massimamente dell’acciaio.

E ne hanno bisogno i cittadini, che in questi anni hanno dovuto soffrire non poco all’arrivo di bollette spesso più care del sopportabile. Tutte richieste alle quali l’energia nucleare è in grado di dare risposte concrete, essendo l’unica fonte primaria capace di fornire grandi quantità di elettricità e calore senza emissioni di CO2. Il mondo degli operatori è dunque ottimista, lo ha sottolineato recentemente Stefano Monti, presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, che ha anche aggiunto: «Contrariamente a quanto qualcuno pensa, esiste una supply chain italiana (cioè un sistema di persone e attività capace di fornire il prodotto) che è viva e vegeta, tanto che imprese primarie mondiali come le americane Westinghouse e NuScale o l’inglese Rolls Royce ci vengono a cercare per integrare le loro supply chains e per effettuare certificazioni». Avanti, dunque, la strada è questa.

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