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Oro, mercati pronti a scommettere sul metallo giallo: le prospettive

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Attilio Barbieri
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Dopo i rally di fine anno registrati dalle Borse mondiali e i record nei rendimenti fatti segnare dai titoli di Stato, spinti dai rialzi dei tassi, torna un forte interesse per l’oro. Il metallo giallo oscilla appena sotto al massimo storico a 2.135 dollari l’oncia fatto segnare all’inizio di dicembre. E fra gli analisti sono in parecchi a scommettere su una nuova fiammata del metallo prezioso nel primo trimestre del 2024, in corrispondenza con la attesa sforbiciata ai tassi della Federal Reserve americana.

Secondo gli analisti che seguono il mercato dei metalli da investimento, sostanzialmente oro e platino, gli ultimi dati sull’inflazione Usa in calo dovrebbero agevolare l’inversione del trend nella politica monetaria. Il metallo giallo ha registrato forti guadagni nelle ultime sessioni, a seguito di una lettura più debole del previsto sull’indice dei prezzi Pce (Personal consumption spending, spesa per consumi personali), l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve.

 

 

 

A novembre la spesa per i consumi personali delle famiglie americane era salita appena del 2,6% su base annua, mentre su base congiunturale, rispetto a ottobre, ha fatto registrare addirittura un calo dello 0,1%.

 

OTTIMISMO INATTESO

A rafforzare l’ottimismo dei broker pure la lettura arrivata in seguito ai segnali accomodanti lanciati dalla Fed in concomitanza con la riunione finale per il 2023. Così ieri, nella sessione di mercato sui listini asiatici, i futures sull’oro con scadenza febbraio erano scambiati a 2.075,10 dollari l’oncia. E pure l’oro spot ha rotto al rialzo la forchetta compresa tra 2.000 e 2.050 dollari stabilita per gran parte del mese di dicembre.

 

 

 

 

FRENATA DELL’ECONOMIA

Ma il metallo giallo potrebbe beneficiare anche del probabile rallentamento delle economie, qualora le banche centrali non dovessero tagliare il costo del denaro, in presenza di un’inflazione prossima al 3% per lungo tempo. Con gli interessi dei titoli di Stato lontani dal 5% raggiunto nel corso del 2023, le Borse disorientate e il dollaro debole diventerebbe quasi inevitabile un ritorno d’interesse per gli investimenti sui beni rifugio.

Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg a cavallo fra la fine di novembre e l’inizio di dicembre l’oro beneficerebbe pure delle incertezze legate alle elezioni presidenziali americane che si terranno il 5 novembre 2024. Con un Joe Biden sempre meno lucido e Trump in difficoltà per i guai giudiziari gli analisti, infatti, non escludono che l’incertezza permanga per lo meno fino alla primavera inoltrata. Le primarie democratiche si concluderanno l’8 giugno del prossimo anno. Quelle repubblicane l’11. E anche nel migliore dei casi per i mercati finanziari, vale a dire che i due candidati alla presidenza ottengano l’investitura in anticipo, l’incertezza prolungata ben oltre il primo trimestre 2024, potrebbe sfavorire la congiuntura economica. E spingere altri investitori verso oro e commodity. Fra l’altro al tema è dedicato un podcast pubblicato da nostro direttore Mario Sechi sulla piattaforma online Spreaker.com, nella rubrica “Il disordine delle cose”.

 

 

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