Cerca
Cerca
+

Piazza Affari è la Borsa che guadagna di più

Esplora:

Attilio Barbieri
  • a
  • a
  • a

Destra inadeguata e impresentabile sui mercati finanziari? È vero l’esatto contrario. Fra le maggiori Borse europee Milano è quella che nel 2023 ha messo a segno il risultato migliore. L’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha chiuso l’anno in guadagno del 28%. Facile, si dirà: i mercati finanziari hanno goduto di un lungo periodo di rialzi che li ha spinti a inanellare un record dopo l’altro. Vero. Ma le altre borse dei maggiori Paesi europei sono tutte dietro. Londra ha finito il 2023 con un misero +3%. Parigi ha fatto +16,7%, Francoforte +20% e Madrid +22,9%. Numeri. Fatti. Capaci di fare giustizia della montagna di baggianate sfornate per anni dalla sinistra con l’obiettivo di delegittimare gli avversari politici. Una presunta “inadeguatezza” (molto presunta) che si è sciolta come neve al sole. Fra l’altro Piazza Affari si piazza anche al secondo posto nella classifica mondiale delle Borse con la migliore performance. Primo in assoluto è il Nasdaq dei tecnologici di New York con un +44% messo a segno nel 2023. Seconde, pari merito, Milano e Tokyo con un guadagno del 28%. Poi Madrid con uno squillante +22,9%, Parigi a +16%. Il Dow Jones di New York si ferma a +13%. Molto distanziati i listini di Seul +7%, Londra e Zurigo con un guadagno di appena 3 punti percentuali. In coda alla classifica delle grandi piazze finanziarie i mercati cinesi: Shenzhen -3%, Shanghai -7% e Hong Kong -13%.


CINA IN SOFFERENZA
Ma le Borse del gigante rosso scontano in parte la guerra commerciale con l’Occidente e soprattutto la svolta autoritaria in economia impressa dal Partito comunista cinese. Senza contare l’alleanza scellerata con Putin che rischia di emarginare Pechino per lungo tempo. Simile la situazione del debito sovrano. Nonostante una lunga serie di «no» italiani ai diktat europei ultimo dei quali quello sulla modifica al Mes - lo spread fra i nostri Btp a 10 anni e i Bund tedeschi pari scadenza chiude l’anno a 167,68 punti.Sideralmente lontano dai 209 punti fatti segnare il 29 dicembre 2022. E come sempre, dietro all’andamento degli indici si celano sorprese notevoli. Fra i titoli a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari alcuni hanno messo a segno guadagni capaci di arricchire gli azionisti.

 

 

Leonardo chiude l’anno a +84%, Unicredit appena dietro a +83%, Stellantis a +61%, Montepaschi a +60%, Bper a +56%, Ferrari a +53% A2a +50%, Iveco a +47%, Banco Bpm a +42%. A livello dei macrosettori chiudono in positivo del 48% i bancari, graLa capitalizzazione complessiva delle società quotate sui listini di Piazza Affari ha raggiunto i 761 miliardi di euro, il 39,4% del Prodotto interno lordo italiano. Erano 626 miliardi l’anno scorso ed equivalevano al 33,9% del Pil. Un bel salto. Realizzato anche con le 39 nuove ammissioni di altrettante società, delle quali 36 sono state Ipo (dall’inglese Initial public offering, offerta pubblica iniziale), per un totale di 429 società quotate sui diversi mercati milanesi, contro le 414 della fine dell’anno scorso.

La raccolta ha complessivamente superato il miliardo e mezzo attraverso le Ipo, oltre a dodici operazioni di aumento di capitale con un controvalore di 621 milioni. Gli scambi sono sostanzialmente stabili: nell’anno hanno raggiunto una media giornaliera di circa 2,3 miliardi di controvalore e una media di oltre 270mila contratti. Unicredit è stata l’azione più scambiata in assoluto per controvalore, con un totale di 74 miliardi di euro. L’indice Ftse Mib che ieri ha finito le contrattazioni a 30.351,62 punti, ha raggiunto il massimo annuale a 30.427 punti nella seduta dell’11 dicembre, con valori superiori a quota 30mila punti che a Piazza Affari non si registravano dal giugno del 2008, cioè prima della crisi finanziaria innescata dalla bolla dei mutui subprime negli Stati Uniti e dal crollo di Lehman Brothers, il più grande fallimento bancario della storia.

 

 

Dai blog