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Olio, l'oro verde: marca, origine e scadenza, come acquistarlo evitando le fregature

Attilio Barbieri
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Come acquistare un olio extravergine di qualità? E come essere sicuri che sia italiano? In definitiva: come evitare fregature? Domande che i consumatori dovrebbero porsi spesso, soprattutto dopo le ultime previsioni per la raccolta delle olive che sta incominciando in questi giorni.
Secondo le stime diffuse dalla Coldiretti al G7 Agricoltura di Ortigia, in Sicilia, la produzione dell’uliveto Italia calerà quest’anno del 32% rispetto al 2023. Ecco una breve guida con dieci domande e dieci risposte per evitare le fregature più ricorrenti.

1) Come faccio a distinguere l’olio extravergine italiano da quello importato?
Per l’olio extravergine è obbligatoria la dichiarazione d’origine in etichetta. Oltretutto dev’essere scritta con una dimensione del carattere visibile e nel campo visivo principale, vale a dire nell’etichetta anteriore. Dunque si nota subito anche senza spostare la bottiglia dal bancone.

2) Cosa significa quando il produttore dichiara come origine «Ue e non Ue»?
Non significa assolutamente nulla. L’area geografica della Ue, sommata a quella che occupano i Paesi extra Ue equivale in pratica all’intera superficie terrestre.

3) E allora perché è possibile dichiarare l’origine «Ue e non Ue»?
Si tratta di una delle tante scappatoie concesse dalla Commissione europea ai produttori e ai confezionatori di cibi che non vogliono far sapere ai consumatori l’origine reale della materie prime che lavorano.

4) E per gli altri oli d’oliva diversi dall’extravergine?
Sulle confezioni di olio d’oliva e olio vergine d’oliva non può essere indicata per legge l’origine della materia prima, vale a dire le olive. La legge non dice nulla al riguardo, ma prevale il diritto comunitario, secondo il quale tutto quello che non è esplicitamente previsto dai regolamenti Ue è implicitamente vietato.

5) Quando nella marca o nella denominazione di vendita compaiono luoghi italiani, si tratta di prodotti made in Italy?
Purtroppo no. La presenza di toponimi nella marca non garantisce nulla sulla provenienza delle olive. Tantomeno dell’olio. Nella denominazione di vendita, poi, possono comparire i toponimi soltanto se si tratta di prodotti a Denominazione d’origine Protetta (Dop) o a Indicazione geografica protetta (Igp).
In tutti gli altri casi è vietato.

6) L’olio extravergine 100% Italia è facilmente distinguibile nei punti vendita dall’altro?
No. Purtroppo si trovano sui medesimi banconi sia gli oli ottenuti da olive coltivate in Italia, sia gli extravergine importati. Per capirlo bisogna leggere l’etichettatura d’origine.

7) Se acquisto un olio direttamente dal produttore o al frantoio posso stare tranquillo?
Sì. A condizione però che le bottiglie di extravergine siano etichettate, sigillate e dotate di dispositivo anti rabbocco, come prescrive la legge.

8) In realtà mi capita di acquistare extravergine in latte da 5 litri. Cambia qualcosa?
No. Qualunque contenitore dev’essere sigillato con dispositivi che attestino l’integrità del sigillo. Anche sulle latte deve trovarsi l’etichetta che riporti tutte le indicazioni di legge. A cominciare proprio dalla dichiarazione d’origine.

9) Dunque acquistare l’extravergine in contenitori anonimi e senza l’etichetta non è consentito?
Assolutamente no. Qualora si venisse fermati con i contenitori anonimi da un qualunque corpo di polizia, si incorrerebbe in una sanzione. E sarebbe sanzionato anche il venditore.

10) E allora le oliere anonime che si trovano talvolta al ristorante?
Anche le oliere anonime sono fuorilegge. L’esercente che dovesse portarle a tavola è passibile di una sanzione.

11) Si può risalire all’anno di raccolta delle olive?
Sì. Il Regolamento Ue 2021 del 2017 ha introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’anno in cui sono state raccolte le olive utilizzate per produrre la singola bottiglia di olio extravergine e di olio vergine d’oliva. Ma soltanto se le olive provengono da una stessa campagna di raccolta. Se invece, sono state raccolte in anni diversi non si deve indicare nulla in etichetta.

12) La data di scadenza è obbligatoria sulle bottiglie di olio?
La scadenza o il termine minimo di conservazione sono obbligatori per legge su tutti i prodotti alimentari. Per l’olio è a discrezione del produttore decidere quale sia,dopo che è stato abolito il termine massimo di 18 mesi alla data di imbottigliamento. Oltre i 18 mesi dall’imbottigliamento l’olio extravergine perde però parte delle caratteristiche organolettiche che lo rendono unico.

13) Esiste un prezzo limite al di sotto del quale la qualità dell’olio può essere a rischio?
No. Non esiste, anche perché può accadere che le insegne della grande distribuzione mettano in vendita l’olio sotto costo, a un prezzo inferiore a quello che hanno pagato per acquistarlo. Semmai è bene insospettirsi qualora il prezzo intero (non scontato) sia di molto inferiore a quelli medi rilevati dalle borse merci e dall’Ismea (www.ismeamercati.it).

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