Investitori esteri e famiglie, ecco perché il nostro debito torna un affare

di Luigi Meranodomenica 4 maggio 2025
Investitori esteri e famiglie, ecco perché il nostro debito torna un affare
3' di lettura

Dopo tre annidi graduale disimpegno, gli investitori stranieri sono tornati a scommettere sul debito pubblico italiano, tornando a detenere oltre il 30% dei titoli di Stato in circolazione con una progressione che potrebbe portarli presto verso i 1.000 miliardi di euro. Allo stesso tempo, le famiglie italiane rafforzano la loro presenza nel mercato domestico, raggiungendo una quota record vicina al 15%. È quanto emerge da un'elaborazione del Centro studi di Unimpresa, su dati aggiornati al 2024, che documenta un cambiamento profondo nella composizione dei sottoscrittori del debito sovrano nazionale.

Alla fine dello scorso anno gli investitori esteri possedevano 923,8 miliardi di euro tra Btp, Bot e altri titoli pubblici, pari al 31,1% del totale, in netta crescita rispetto al 27,7% del 2023, al 26,8% del 2022 e al 29,2% del 2021. Si tratta della percentuale più alta dal 2020, quando si attestava al 30%, e rappresenta un'inversione di tendenza dopo anni di progressiva riduzione dell'esposizione da parte della finanza internazionale. In termini assoluti, l'aumento è particolarmente significativo: quasi 130 miliardi in più in un solo anno.

Anche il rafforzamento della presenza delle famiglie italiane tra i sottoscrittori del debito è significativo: nel 2020, la quota in mano ai risparmiatori privati era pari al 9,0%, con un ammontare di 232 miliardi. Dopo un lento ma costante aumento, nel 2023 la soglia aveva superato il 13% e nel 2024 ha toccato il 14,2%, corrispondente a 421 miliardi di euro. In soli quattro anni, il portafoglio di titoli pubblici delle famiglie è cresciuto di quasi 190 miliardi, con una quota raddoppiata.

Borsa, quante balle sui crolli: dopo un mese perdite azzerate

La parola d’ordine è: tutto andrà male. Solo rispettando questo comandamento potete ambire ad entrar...

«L'aumento della componente estera dimostra che i titoli di Stato italiani sono tornati attrattivi anche grazie a rendimenti elevati in un contesto di inflazione in rallentamento e a una maggiore fiducia sulla sostenibilità del debito pubblico. L'Italia offre oggi un mix interessante di stabilità politica, garanzie istituzionali e rendimento reale positivo. È il risultato diretto delle scelte del Tesoro che ha puntato in modo sistematico su nuove tipologie di emissioni rivolte al pubblico retail, come i Btp Futura e i Btp Valore, offrendo cedole crescenti, premi fedeltà e condizioni fiscali vantaggiose. La risposta dei risparmiatori italiani è stata netta: nel quadro di incertezza dei mercati e tassi bancari ancora non competitivi, il debito pubblico è tornato a essere percepito come una forma sicura e remunerativa di investimento domestico», commenta la presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

Nel complesso, il debito pubblico italiano ha raggiunto 2.966,6 miliardi di euro nel 2024, in crescita rispetto ai 2.869,6 miliardi del 2023. Il peso della Banca d'Italia, dopo il picco del 26,1% nel 2022, è tornato al 21,6%, stesso livello del 2020. Le banche hanno ridotto la loro esposizione dal 25,4% al 20,3%, mentre le Sgr, fondi pensione e assicurazioni sono scese dal 14,1% al 12,7%.

Bessent, se anche il capo del Tesoro Usa spara sulla finanza "green"

L’attenzione del Fondo Monetario Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e della Banca Mondiale negli ultimi anni ha ...

Nel giro di quattro anni si è passati da una struttura dominata dalle istituzioni domestiche pubbliche e bancarie a una composizione più articolata, dove il risparmio privato e i capitali esteri giocano un ruolo sempre più centrale. Una trasformazione che, se ben gestita, può rafforzare la stabilità e la resilienza del mercato dei titoli pubblici italiani.