Netta frenata della produzione industriale europea. Al palo tutti i big tranne l’Italia. Ad aprile il confronto è fortemente negativo rispetto a marzo: -1,8% nella Ue e -2,4% in Eurolandia. Fra i grandi Paesi dell’Unione male la Francia (-1,4%), ancora peggio la Germania (-1,9%). Giù perfino la Spagna (-0,9%) Paese la cui economia è ritenuta fra le più dinamiche e in espansione di tutto il Vecchio continente. In netta controtendenza il dato italiano, come per altro aveva anticipato l’Istat martedì: +1%. E fra l’altro per il nostro Paese il dato rappresentava un’inversione di tendenza dopo 26 mesi di cali.
Sempre ad aprile rispetto a marzo, nell’area dell’euro la produzione industriale è diminuita dello 0,7% per i beni intermedi, dell’1,6% per l’energia, dell’1,1% per i beni strumentali, dello 0,2% per i beni di consumo durevoli, del 3% per i beni di consumo non durevoli. Segno che anche in Eurolandia i consumi fanno registrare un netto rallentamento.
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In tutta l’Unione europea produzione in calo dello 0,4% per i beni intermedi e per l'energia, dello 0,7% per i beni strumentali, dello 0,3% per i beni di consumo durevoli, del 2% per i beni di consumo non durevoli. I maggiori cali mensili sono stati registrati in Irlanda (-15,2%), Malta (-6,2%) e Lituania (-3%). All’opposto gli aumenti più elevati sono stati osservati in Danimarca (+3,5%), in Lussemburgo (+3,2%), Croazia e Svezia (+2,5%).
Cambia un po’ la prospettiva se si raffronta il dato di aprile 2025 con quello dello stesso mese 2024. Sui dodici mesi la produzione industriale in Eurolandia è diminuita dell’1% per i beni intermedi, dello 0,1% per l’energia, dello 0,6% per i beni strumentali; è rimasta stabile per i beni di consumo durevoli; è aumentata del 6,1% per i beni di consumo non durevoli.
In ragione d’anno calo anche nella Ue dell’1,% per i beni intermedi, dello 0,6% per l'energia, dello 0,3% per i beni di consumo durevoli, mentre la produzione è cresciuta dello 0,2% per i beni strumentali, del 4,1% per i beni di consumo non durevoli.
Segno che gli acquisti sono deboli in tutto il continente. Gli incrementi annui più elevati si sono registrati in Irlanda (+18,4%), Finlandia (+10,2%) e Croazia (+6,5%). I cali maggiori sono stati osservati invece in Danimarca (-11,6%), Bulgaria (-10,5%) e Slovenia (-4,6%).
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Sui dodici mesi il raffronto è ancora più negativo per i grandi Paesi produttori: -2,4% in Germania, -2,1% in Francia. Mentre sull’anno il confronto è positivo per la Spagna, anche se di poco: +0,5% ed è meno evidente l’andamento positivo per l’Italia che si ferma al +0,3%. Produzione in frenata pure in Giappone con l’indice che ha registrato un calo mensile dell’1,1% ad aprile rispetto al mese precedente, mentre su base annua c'è stato un incremento dello 0,5%. I dati finali nipponici di aprile sono leggermente peggiori rispetto alla lettura preliminare che aveva previsto un -0,9% mensile e un +0,7% annuo.