Donald Re Mida dalla mano “magica”

Il caso Intel è emblematico: azienda con un marchio storico, una specie di nobile decaduta ma pur sempre appartenente al settore di punta dello sviluppo tecnologico del futuro
di Buddy Foxdomenica 17 agosto 2025
Donald Re Mida dalla mano “magica”

2' di lettura

“C’erano una volta due contadini che attraversavano un bosco per raggiungere i loro campi. A un certo punto intravidero una strana creatura addormentata ai piedi di un albero...”. Riconoscete l’incipit? È quello di Re Mida che racconta la storia di un uomo che per aver aiutato Sileno, il satiro di Dioniso, come ricompensa riceve dal dio il potere di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Qualcuno tra i lettori obietterà che quel potere presto diventerà una maledizione, ma è vero che inizialmente quel dono dà una sensazione di onnipotenza. È su questa parte che voglio soffermarmi per descrivere lo stato di grazia di Trump. Il caso Intel è emblematico: azienda con un marchio storico, una specie di nobile decaduta ma pur sempre appartenente al settore di punta dello sviluppo tecnologico del futuro, che recentemente sta vivendo momenti di difficoltà. Dopo aver cambiato il Ceo e aver annunciato un piano monstre di ristrutturazione con dolorosi licenziamenti, all’annuncio dell’ultima trimestrale ha subito l’ennesimo bagno di sangue a Wall Street con forti vendite sul titolo. L’arrivo del nuovo Ceo Lip-Bu Tan, che a Cadence Design aveva fatto sfracelli, aveva acceso una fiammella di speranza, una luce che poco dopo s’è spenta quando la versione cattiva di Trump lancia strali in direzione della nuova gestione dell’azienda. «C’è un grosso conflitto d’interesse» questa è l’accusa e il titolo torna sui minimi. Sembra tutto perduto ma ecco arrivare il colpo di scena: volete chiamarlo “TACO Trade”? Io preferisco il più romantico “tocco di Re Mida”. Bloomberg fa circolare la notizia che Trump è interessato a investire su Intel usando i fondi del Chips Act (legge del 2022) ed ecco che l’azienda per gli investitori diventa come l’oro. Senza scomodare i miti potremmo dire, usando termini legati alla finanza, che sui mercati siamo in presenza della “Trump Put”, una mano invisibile e magica che non trasforma in oro tutto ciò che tocca ma, improvvisamente, interviene per sostenere e poi rialzare tutto ciò che cade. È la versione moderna di quello che negli anni ’90 chiamarono “Greenspan Put”. Ed è la dimostrazione che ogni ciclo di mercato ha il suo market moover che lo porta in cima da dove potrà vedere il suo cigno nero.

FUZZY: Piazza Affari record di Ferragosto, così titola il Sole24Ore in prima pagina. La stagione più ostile per le borse sta diventando per Milano uno dei momenti di entusiasmo. Come ho scritto anni fa la strada verso i vecchi max a 50K è tracciata, ovviamente non mancheranno ostacoli e qualcuno già si intravede all’orizzonte.

FERRAGAMO: c’è una cosa che accomuna lo Spread con questo titolo ed è che entrambi sono su minimi da 15 anni, ma se per il Btp questa è una buona notizia per Ferragamo è tragica. Mi chiedo possibile che nessuno a Montenapo si sia accorto di questi prezzi di saldo? APPLE: tutti a festeggiare perché Buffett compra pezzi di UnitedHealth ma pochi s’accorgono che sta vendendo fette di Apple. Attenzione al Nasdaq!

Paninoelistino@gmail.com