Di sicuro non ci stiamo annoiando. Si è chiusa un’altra settimana con un saldo poco sopra la parità per la old economy poco sotto per la new economy. Sembra quiete ma sotto i freddi numeri c’è un cuore che batte, sarà dell'Orso o del Toro? Da una parte le borse europee e il Dow Jones che hanno il segno più, segnando anche nuovi record, dall’altra il tema dominante, il tech, che incassa un altro segno meno dopo un tentativo di ripresa finito male. L’ottava era cominciata con i buoni propositi sullo shutdown, una notizia che i mercati avevano già annusato venerdì 7 manifestandolo con un robusto recupero che è poi sfociato in un roboante rialzo lunedì 10: acquisti in massa soprattutto sul tech che avevano cancellato i timori della “bolla AI”.
Tutto passato se non fosse che al solito coro del buy the dip” questa volta c’era un’assenza illustre, il bitcoin uno dei protagonisti della presunta bolla digitale invece di fare da traino veniva attratto dai minimi del periodo dazi. Il bitcoin sta anticipando qualcosa di spiacevole? Il massimo segnato martedì 11 a 107K, inferiore di 10K al record storico, è solo un’allucinazione, all’annuncio ufficiale di conclusione dello shutdown si apre il tappo e la criptovaluta viene risucchiata ben sotto i 100K. Ed è qui che comincia il bello, perché nell’algidità delle macchine che muovono i numeri di mercato, c’è il calore del sangue di uomini che ancora controllano queste macchine e che per questi numeri gioiscono e soffrono. Il bitcoin che fino a qualche settimana fa è stato fonte di ricchezza spingendo al rialzo numerose società del Nasdaq che stanno tesaurizzando la cripto, e che probabilmente ha permesso a singoli investitori di acquistare a leva titoli tech, ora che cala anche in maniera sensibile costringe i compratori alla ritirata. Tra gli ultimi a arrendersi c’è Michael Saylor, il capo di Strategy (ex MicroStrategy) che ha dichiarato di aver fatto per tutta la settimana «buy the dip» su bitcoin e per la prossima è atteso un suo importante annuncio.
Le spalle di Saylor sono grosse, ma se il bitcoin dovesse accentuare la debolezza scatterebbe il panico. L'altra grande notizia della settimana è l’uscita di Softbank da Nvidia, 32 ml di azioni vendute in un click. Sfiducia? Fine corsa? Può essere come no, certo che alla vigilia della trimestrale è una bella botta, e il titolo l'ha sentita. Ma non è finita qui perché in chiusura è arrivata la breaking news, Michael Burry chiude il suo fondo Scion Capital. Il guru che aveva lanciato lo short su Palantir e Nvidia si ritira. Anche qui ci dobbiamo chiedere quanto sia verità e quanto finzione, di sicuro questa calma apparente sta anticipando qualcosa di grosso. AZIMUT: la caduta del titolo non è un bel segnale per Piazza Affari, le banche e il risp gestito sono il nostro barometro. APPLE: la scorsa settimana avevo scritto che se la correzione fosse continuata avrebbe colpito anche la mela. Ora Buffett ha annunciato una nuova riduzione di quota per switchare in Google, anche questo non è un bel segnale.
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