Gli slogan sono la password di chi con superficialità, spesso, parla di transizione energetica. Poi però, c’è chi le cose le fa davvero. E qui entra in campo il Gruppo Enel, perché sulla frontiera dell’innovazione è non solo sul campo, ma in prima linea e armato (tecnologicamente) fino ai denti. L’energia idroelettrica è una certezza antica, ma diventa uno strumento rivoluzionario se la si affianca a tecnologie di nuova generazione, come il fotovoltaico galleggiante e quello bifacciale. In Italia questo cambiamento parte da un territorio simbolo: il Piemonte. E le località di Venaus e Narzole sono le prime a correre veloci verso il futuro.

La sinergia di acqua e sole, elementi essenziali per la vita, è la chiave di volta. L’idroelettrico, si sa, è una delle rinnovabili più mature. È una fonte affidabile di energia elettrica, grazie alle turbine idrauliche che fanno che fanno girare gli alternatori, in grado di migliorare il controllo dei flussi idrici sul territorio e limitare gli eventi estremi, come nel caso di siccità o di precipitazioni eccezionali. La gestione dell’acqua è comunque condivisa con territori, comunità e amministrazioni locali, le cui esigenze – per gli usi civili e agricoli - sono in ogni caso prioritarie.

Ma questo non significa che nell’idroelettrico non ci sia più spazio per l’innovazione. Gli impianti ad acqua fluente, quelli a bacino con diga e perfino gli impianti a pompaggio – veri “polmoni” della rete, capaci di accumulare energia pompando l’acqua nei momenti di minor richiesta – oggi diventano terreno fertile per integrazioni tecnologiche che solo pochi gruppi industriali al mondo hanno la capacità di realizzare.
Ed il fotovoltaico? A quasi 150 anni dalla prima cella fotovoltaica, l’energia solare è la tipologia di rinnovabile che cresce in maniera maggiore rispetto alle altre (+24% annuo nel report IRENA 2019) di pari passo con lo sviluppo tecnologico, che consente di realizzare “solar farm” sempre più efficienti. Il tetto dei 1.000 GW di capacità installata nel mondo è pronto per essere raggiunto e superato, con l’Asia a guidare il trend di crescita globale.
In Italia il primo a coniugare idroelettrico e fotovoltaico è Enel. A Venaus, in Val di Susa, l’azienda ha deciso di fare ciò che in molti avrebbero definito una follia, prima di vederla funzionare: costruire un impianto fotovoltaico galleggiante, sopra la vasca di raccolta della centrale idroelettrica. Pannelli flottanti, quindi, direttamente sull’acqua, senza occupare nuovo suolo e con un vantaggio tutt’altro che secondario: l’acqua raffredda i moduli e ne aumenta l’efficienza. Non basta: la copertura riduce l’evaporazione della vasca, un bene prezioso in una stagione climatica che non fa sconti.
Il progetto è partito nel 2023 con 1 MW, potenziato nel 2024 a 2 MW per una produzione di circa 2,4 GWh l’anno. Ma il vero colpo di genio è un altro: l’impianto fotovoltaico non serve solo a immettere energia in rete, ma alimenta direttamente un sistema di de-sedimentazione che tiene pulito il bacino senza doverlo svuotare. Una soluzione che unisce efficienza, continuità di servizio e rispetto dell’ambiente. La prova che innovare non significa solo costruire, ma pensare meglio.
A Narzole, nel Cuneese, Enel è intervenuta su una centrale storica, in funzione dal 1946. Qui, sopra una parte del canale di adduzione, sono state installate pensiline con oltre 2.600 moduli fotovoltaici bifacciali. Il risultato? Una centrale ibrida da manuale: 5,75 MW idroelettrici e 1 MW solare. Produzione media: 23 GWh dall’idroelettrico, 1,3 GWh dal fotovoltaico. Il tutto con un beneficio ambientale concreto: quasi 14.600 tonnellate di CO₂ evitate e l’equivalente di oltre 8.000 famiglie alimentate da energia pulita. E mentre qualcuno si limita ai convegni, Enel fa anche altro: mette in sicurezza gli argini, installa videosorveglianza, riduce l’evaporazione del canale e perfino costruisce un nuovo tratto di pista ciclabile illuminata. Non semplice produzione di energia, ma cura del territorio, un modello che altrove è ancora fantascienza.
A Venaus e Narzole, insomma, “ibridazione” non è una parola da brochure: significa mettere insieme acqua e sole, continuità e innovazione, storia e futuro. L’acqua resta al centro, ma lavora insieme al sole, dicono da Enel.




