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La disoccupazione non allenta la sua morsa

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Ad agosto l'Ocse conferma il tasso del 10,1% ell'area euro. In Italia calo dello 0,2%; ora siamo all'8,2

Roberto Amaglio
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Come ampiamente previsto anche dagli analisti incontratisi nel corso della passata settimana al convegno del Fondo Monetario Internazionale, la disoccupazione resta uno dei problemi più annosi in questi anni di uscita dalla crisi. Nel suo report mensile, infatti, l'Ocse ha certificato che nella sua area di competenza i senza lavoro nell'agosto del 2010 sono stati 45,5 milioni, 13,4 milioni in più rispetto a luglio 2008, quando la bolla speculativa statunitense non era ancora scoppiata. Un valore altissimo, tanto che gli esperti non esitano a definire la situazione molto simile a quella del secondo dopoguerra. Leggero calo in Italia - Superando i valori assoluti, l'Ocse certifica comunque un piccolo passo in avanti su base mensile. Il tasso di disoccupazione medio è all'8,5% e ha segnato una riduzione di 0,1 punti rispetto a luglio, riportandosi così ai livelli dell'agosto 2009. Miglioramento anche in Italia, dove sempre ad agosto la disoccupazione ha registrato una flessione di 0,2 punti, stabilizzandosi così all'8,2%. Da segnalare che i dati sulla penisola forniti dall'Ocse corrispondono a quelli diffusi dall'Istat a inizio mese. Situazione internazionale - Guardando all'insieme dell'area euro, la disoccupazione resta inchiodata al 10,1%, il massimo mai toccato dal lancio della divisa unica. Dinamica stabile anche negli Usa, dove sono già disponibili i dati di settembre in cui la disoccupazione si è attestata al 9,6%. A pesare sul conteggio medio la situazione difficile di alcuni Paesi in crisi: in Spagna la disoccupazione è al 20,5%, in Repubblica Slovacca del 14,6%, mentre l'inguiaiata Irlanda si ferma al 13,9%. Anche Ungheria (10,9%) e Portogallo (10,7%) sono al di sopra della media dell'area euro. I livelli di disoccupazione più bassi si registrano invece in Corea del Sud (3,4%), Austria (4,3%), e Olanda (4,5%).  

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