Cerca
Cerca
+

“Se sei un uomo esci fuori!”

default_image

Siamo uomini o caporali?

Silvia Tironi
  • a
  • a
  • a

Sotto stress o durante una discussione accesa, può scappare un insulto offensivo. Da oggi per la Cassazione non è necessario pensarlo tra sé, lo si può esternare con toni alti. Anche contro il proprio capo. Lo afferma la Corte (sentenza 6569) che ha convalidato la decisione della Corte d'appello di Napoli: 'no' al licenziamento di un ausiliario di una clinica privata, che si era rivolto al suo capo dicendogli "chi c…. ti credi di essere?". È infatti l'"effetto di una reazione emotiva e istintiva del lavoratore ai rimproveri ricevuti" dal capo. Voto in condotta? Ma non siamo tra i banchi di scuola, ma nel mondo degli adulti. Qui gli insulti sono lecite reazioni a rimproveri del capo e gli istinti non devono essere regolati. D'altra parte “Se sei un uomo esci fuori! Se no non ti faccio campare più tranquillo!” non suona come una minaccia, è solo un'espressione “irriguardosa”. Tranquilli studenti: non è poi così difficile ambientarsi nel mondo del lavoro. La Cassazione è così comprensiva con i dipendenti vittime di datori di lavoro troppo esigenti. Imparate, bisogna valutare il contesto in cui vengono pronunciate certe parole: se si ricevono rimproveri e si accende una discussione, è lecito controbattere a tono. Siamo uomini o caporali?

Dai blog