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Bankitalia: segnali di ripresa

Anche Obama è ottimista

Silvia Tironi
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Forse c'è qualche segnale di miglioramento. Gli effetti della crisi finanziaria mondiale sull'economia reale si sentono, eccome, anche in Italia. Ma a  dispetto di un quarto trimestre 2008 in cui il calo del Pil è stato il più marcato dalla recessione del 1974-75, «si intravedono alcuni segnali prospettici di allentamento della forza della recessione, pur se ancora non tali da prefigurare un arresto della caduta produttiva». Questo il passaggio del bollettino (diffuso ieri) della  Banca d'Italia  che lascia intravedere la famosa luce in fondo al tunnel. Sia chiaro: «gli indicatori congiunturali fanno stimare un proseguimento del calo dell'attività economica nel primo trimestre dell'anno in corso, il quarto consecutivo». E non è possibile pronosticare un'inversione di tendenza nella caduta produttiva. La ripresa, insomma, non arriverà domani. Ma qualche fattore lascia intravedere possibilità di ricostruire un clima di maggiore fiducia. La pensa così pure l'Ocse: l'Italia, con la Francia e altri è in prima fila nel mostrare «un tentativo» di attenuazione sul ritmo di deterioramento dell'economia. Sui tempi non c'è motivo di sbilanciarsi. «La natura dell'attuale recessione -  si legge nel documento di palazzo Koch - rende incerti i tempi del ritorno su un sentiero di crescita che, secondo le principali istituzioni internazionali, potrebbe avviarsi nel 2010». L'ottimismo di Obama - Dall'economia cominciano ad arrivare finalmente «barlumi di speranza». A fare professione di ottimismo è stato ieri il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (nella foto Ansa). Dopo una riunione con il suo team economico, tra cui il segretario al Tesoro Timothy Geithner, Obama ha dichiarato che   «cominciamo a vedere dei progressi» e si è detto «assolutamente convinto che riusciremo a rimettere in carreggiata l'economia».  Obama ha però avvertito che, nonostante i timidi segnali di ripresa, l'economia «resta  sotto grande pressione». Nella riunione di ieri,   il presidente americano ha discusso della stabilità del sistema finanziario, del mercato immobiliare e del programma per pulire i bilanci della banche dagli asset tossici,  in modo da favorire il flusso del credito.

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