L'editoriale di Maurizio Belpietro, lei deve lasciare. Ma Renzi la salverà
Qualcuno sostiene che i parlamentari di Forza Italia non dovrebbero votare la sfiducia al ministro Maria Elena Boschi, perché se lo facessero entrerebbero in contraddizione con una storia ventennale all'insegna del garantismo. Sciocchezze. La ministra delle Riforme costituzionali non è indagata per alcunché e nemmeno lo sarà. Dunque, la sfiducia non sarebbe un preavviso di condanna o un atto subalterno ai voleri di una Procura, anche perché non credo che ci sarà qualche pm che oserà dare fastidio alla bella esponente politica del giglio magico. La sfiducia parlamentare non può perciò in alcun modo essere considerata un anticipo giudiziario né un atto preliminare dell'inchiesta, semplicemente è la presa di coscienza che è venuta meno la fiducia nei confronti di un ministro, vuoi per gli errori commessi, vuoi per le circostanze che lo rendono non più autonomo e indipendente nell'esercizio delle sue funzioni. Quando un parlamentare o un semplice cittadino viene chiamato a far parte del governo, è tenuto a giurare sulla Costituzione: non promette fedeltà al trust familiare, ma al dettato della nostra Carta. Perciò, essendoci il fondato sospetto che nel corso del suo mandato la responsabile delle Riforme si sia occupata, oltre che di quelle costituzionali che le sono affidate, anche di quelle bancarie, ovvero di un argomento da cui avrebbe dovuto tenersi debitamente alla larga essendo suo padre il vicepresidente della Banca dell'Etruria, istituto per altro coinvolto in un crac, (...) Leggi l'editoriale integrale del direttore Maurizio Belpietro