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Ecco chi fa la traduttrice per Bergoglio: l'attrice di Ozpetek

Nicoletta Orlandi Posti
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Serra Yilmaz, una delle attrici preferite di Ferzan Ozpetek, sta collaborando al viaggio di Papa Francesco in Turchia in qualità di traduttrice. Lo rivela il quotidiano Today's Zaman, che nella sua prima pagina di oggi lamenta che la stampa indipendente non è stata ammessa ieri nel Palazzo Presidenziale di Ankara dove Recep Tayyp Erdogan ha ricevuto Bergoglio. La visita a Santa Sofia - Intanto oggi il Pontefice ha visitato Santa Sofia, la ex cattedrale di Bisanzio intitolata alla Divina Sapienza. Bergoglio, dopo essersi tolto le scarpe, è rimasto oltre 3 minuti a pregare con le mani giunte, il capo abbassato e con gli occhi chiusi, mentre l'imam aveva le mani aperte nel gesto della preghiera liturgica e pronunciava a bassa voce delle formule. Nel 2006 c'erano stati invece due minuti di silenzio quando Benedetto XVI si raccolse anche lui in preghiera in unione al muftì. Dopo la preghiera silenziosa nella Mosche Blu, Papa Francesco ha scritto nel libro nel Libro d'oro: «Chiedo all'Altissimo di guidare sempre i cuori dell'umanità sulla via della verità, della bontà e della pace». Poi ha citato il salmo 83: «Quam dilecta tabernacula tua», e ha aggiunto: «contemplando la bellezza e l'armonia di questo luogo sacro, la mia anima si eleva all'Onnipotente, fonte ed origine di ogni bellezza». Il gesto compiuto oggi da Papa Francesco e da Benedetto XVI nel 2006 hanno un illustre precedente nella preghiera di San Giovanni Paolo II nella moschea di Damasco, anche se lì si svolse davanti al luogo tradizionalmente definito la tomba di Giovanni Battista. Un ponte per il dialogo - Ieri, parlando ad Ankara dinanzi alle massime autorità del Paese, Bergoglio aveva parlato del terrorismo, pur senza citare esplicitamente lo Stato islamico, sostenendo come sia «lecito fermare l'aggressore ingiusto, sempre però nel rispetto del diritto internazionale». Poi aveva affrontato il tema delle persecuzioni nei confronti dei cristiani e di altre minoranze religiose. «Fino ad oggi, siamo purtroppo ancora testimoni di gravi conflitti. In Siria e in Iraq, in particolar modo, la violenza terroristica non accenna a placarsi. Si registra la violazione delle più elementari leggi umanitarie nei confronti dei prigionieri e di interi gruppi etnici; si sono verificate e ancora avvengono gravi persecuzioni ai danni di gruppi minoritari, specialmente i cristiani e gli yazidi: centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e la loro patria per poter salvare la propria vita e rimanere fedeli al proprio credo». L'auspicio del Papa è che «musulmani, ebrei e cristiani siano fratelli e compagni di strada. È fondamentale - aveva spiegato - che i cittadini musulmani, ebrei e cristiani, tanto nelle disposizioni di legge quanto nella loro effettiva attuazione, godano dei medesimi diritti e rispettino i medesimi doveri. Essi in tal modo più facilmente si riconosceranno come fratelli e compagni di strada, allontanando sempre più le incomprensioni e favorendo la collaborazione e l'intesa. In questo modo, la libertà religiosa e la libertà di espressione, efficacemente garantite a tutti, stimoleranno il fiorire dell'amicizia, diventando un eloquente segno di pace».

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