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Onu, il trionfo di Putin e "il patto Russia-arabi" anti-Isis. Mosca e i terroristi: i rischi

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Giulio Bucchi
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La grande vittoria strategica di Vladimir Putin, la sconfitta di Barack Obama, il ruolo marginale di Onu ed Europa. Il vertice delle Nazioni Unite certifica il trionfo del presidente russo, che di fatto ha trovato il modo di imporre la propria linea su Siria, Isis e Medio Oriente. "Una grande coalizione comune, come quella contro Hitler", ha invocato lo Zar. E a Obama, riluttante, non è rimasto che porgere l'altra guancia: "Lavoreremo per superare le divergenze", che sono enormi, a cominciare dal ruolo del dittatore siriano Bashar Assad. Putin lo vuole "blindare" considerandolo alleato inevitabile nella lotta a Stato Islamico e terroristi. Gli Usa, l'Inghilterra e la Francia lo vorrebbero far fuori il prima possibile.  Il "patto arabo" dello Zar - Di sicuro, però, l'incontro americano incorona Putin, capace in un solo colpo, come spiega preoccupato l'esperto di politiche mediorientali Ian Bremmer al Corriere della Sera, di "dividere l'Occidente e far dimenticare la crisi ucraina". In poche settimane Mosca è riuscita a ridisegnare la mappa geopolitica delle alleanze, trovando accordi militari e di intelligence con Iran, Siria e Iraq, territori dove o Usa ed Europa erano assenti, neutrali (ingiustificati) o timidi protagonisti. Un "patto arabo" tra Mosca, Teheran e quel che resta di Damasco e Baghdad che rafforza Putin in uno scenario, sottolinea il fondatore del think tank Eurasia Group Bremmer, "di un mondo senza leadership, una prospettiva abbastanza spaventosa. Obama, Putin, Rouhani, Xi Jinping ognuno per la sua strada".  Cosa rischia Putin con l'Isis - La Russia ora gongola, cullandosi nell'orgoglio di una grandezza "sovietica e imperialista" ritrovata. La prova muscolare di Putin, però, come suggerisce Gian Micalessin sul Giornale, potrebbe essere una pistola a salve: la grande coalizione invocata agirà con le consuete armi, quelle dei raid aerei mirati. L'Isis sarà fiaccato, ma non sconfitto. Di contro, l'entrata in scena dei russi potrebbe aprire un nuovo drammatico fronte di instabilità nei territori di tra Medio Oriente ed ex Unione sovietica a maggioranza musulmana.

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