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Bombe sui campi di addestramento dell'Isis. La reazione della Francia dopo la strage

Giovanni Ruggiero
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La prima risposta militare della Francia allo Stato Islamico è stata una pioggia di fuoco su Raqqa, la città siriana individuata come il quartier generale del Califfato in Siria. Almeno trenta raid sono partiti dalla tarda serata di domenica 15 novembre da parte dell'aviazione francese e dei caccia americani che, secondo il Wall Street Journal, stanno dando supporto sul campo indicando informazioni sui luoghi da colpire. I bombardamenti hanno colpito un centro di comando del Califatto, una struttura di reclutamento di jihadisti, depositi di munizioni e un campo di addestramento. Proprio a Raqqa, secondo l'intelligence francese, sarebbero stati addestrati alcuni dei terroristi autori della strage del 13 novembre a Parigi. Solo pochi giorni i droni americani avevano messo a segno proprio nei pressi di Raqqa l'attacco contro il boia dell'Isis Jihadi John, nei primi momenti dato per morto dagli Stati Uniti, ma subito dopo ritenuto gravemente ferito da fonti siriane. Il sospetto - In Francia intanto cresce la polemica contro il governo che avrebbe ignorato gli allarmi dell'intelligence su possibili attacchi in preparazione da tempo. Il premier Manuel Valls non smentisce del tutto: "Sapevamo che c'erano operazioni in preparazione e che ci sono operazioni in preparazione non solo contro la Francia. Dobbiamo convivere con il terrorismo e combatterlo. I due obiettivi identificati a Raqqa sono stati colpiti. Dobbiamo distruggere Daesh. Anche lo schianto dell'aereo russo è stato rivendicato dall'Isis". Il piano - Nei prossimi giorni partirà dal porto di Tolone la portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle che resterà nell'area per almeno 4 mesi, triplicando la capacità offensiva di Parigi, portando a 36 il numero totale di aerei da guerra francesi nell'area.

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