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Horror Islam: la fatwa del Califfo. Legalizza il cannibalismo, per soldi

Giovanni Ruggiero
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I combattenti jihadisti sunniti dell'Isis possono “prendere impunemente gli organi degli apostati perché la loro vita non merita rispetto”. Così riporta il testo della fatwa n.98 emessa dal consiglio degli ulema, organo che risponde direttamente al Califfo Abu Bakr al Baghdadi. Il testo risale al 31 gennaio scorso ed è servito a giustificare il traffico di organi dei loro prigionieri, una delle fiorenti fonti di finanziamento per i miliziani islamici, dopo petrolio e reperti storici. Lo ha rivelato l'agenzia Reuters, citando fonti militari americane. L'esercito statunitense lo scorso maggio era entrato in possesso del testo della fatwa durante un'operazione in Siria orientale. Il consiglio del Califfo ha prescritto che: “la rimozione di organi che pongano fine alla vita dei prigionieri non è proibita”. Nell'elenco degli apostati non ci sono solo cristiani e yazidi, ma anche gli sciiti, che per i sunniti non seguirebbero il vero Islam. La regola - La fatwa regola la raccolta di organi sostenendo che "è permessa la pratica del trapianto organi sani nel corpo di musulmani per salvare vite o sostituire un organo danneggiato". Viene anche assimilata alla pratica del cannibalismo in circostanze estreme: "Un gruppo di religiosi islamici ha permesso, se necessario, di uccidere un apostata per mangiare la sua carne", si legge nel testo. L'avvertimento -  febbraio l'ambasciatore iracheno all'Onu, Mohamed Ali Alhakim, aveva denunciato al Consiglio di Sicurezza l'esecuzione di 12 medici a Mosul (la prima città conquistata da Isis in Iraq a giungo del 2014) per essersi rifiutati di rimuovere organi Il raid delle forze speciali Usa in Siria è l'operazione in cui venne eliminata la mente finanziaria di Isis, Abu Sayyaf (nome di battaglia del tunisino Fathi ben Awn ben Jildi Murad al-Tunisi) e venne catturata la moglie. Vennero trovati 7 terabyte di documenti su chiavette usb, cd, dvd e dischi rigidi portatili, aveva raccontato all'epoca Brett McGurk, inviato speciale del presidente Barack Obama presso la Coalizione anti-Is.

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