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Scontri alla stadio di Port Said,ventuno tifosi condannati a morte

Tifosi egiziani di Port Said

Il tribunale del Cairo ha confermato in appello la pena capitale per i disordini del febbraio scorso: morirono 74 persone

Nicoletta Orlandi Posti
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  Il tribunale del Cairo ha confermato in appello 21 condanne a morte per le violenze allo stadio di Port Said del primo febbraio 2012, in cui ci furono 74 morti, e ha inflitto agli altri 52 imputati pene che vanno da un anno di carcere all'ergastolo, con qualche assoluzione. La sentenza era molto attesa dopo le violenze innescate dalla precedente sentenza di fine gennaio nella città sul canale di Suez, ormai apertamente in rivolta contro il governo islamista del presidente Mohamed Morsi. Le condanne a morte sono ancora sottoposte al vaglio del Gran Muftì, che normalmente avalla le decisioni dei tribunali ma in questo ha chiesto più tempo per esaminare il caso. Ieri, alla vigilia della sentenza, migliaia di manifestanti erano scesi per le strade di Port Said per contestare l'uccisione di civili durante i recenti scontri con la polizia. “Vogliamo far cadere il regime” e “Con il nostro sangue ti renderemo giustizia, Port Said'', sono alcuni degli slogan apparsi sugli striscioni alzati dalla folla. I manifestanti hanno anche chiesto l'allontanamento delle forze di polizia e hanno intonato slogan contro il presidente Mohammed Morsi. Appena venuti a conoscenza della sentenza i tifosi della squadra di calcio al-Ahly hanno dato alle fiamme la sede di un club affiliato con e forze di polizia al Cairo, nel quartiere di Zamalek, in segno di protesta. Lo riferisce la televisione di Stato egiziana, che ha mostrato le immagini dell'edificio in fiamme.  

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