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La sparata del "Fatto Quotidiano": "Il Cav voleva uccidere Gheddafi"La replica: "E' un'infamia"

Gheddafi e Berlusconi

Secondo il quotidiano dopo l'inizio del conflitto Silvio cercò la sponda degli 007 per eliminare il Colonnello. Bonaiuti: "Ricostruzione totalmente falsa"

Andrea Tempestini
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Eravamo al culmine della crisi libica. In parllelo il governo italiano guidato da Silvio Berlusconi era sotto assedio: dello spread, dell'Europa, dei soloni secondo i quali la crisi era tutta colpa del Cav, delle toghe. I riflettori mondiali, però, restavano puntati su Tripoli, sulla grande e infruttuosa caccia a Muammar Gheddafi. Berlusconi, secondo la sparata rilanciata dal Fatto Quotidiano, provò a risolvere la cosa a modo suo, con pragmatismo guerrigliero: "Non è possibile far fuori il Colonnello?". Questa la richiesta che avrebbe avanzato ai servizi segreti italiani. Il Fatto cita una fonte diplomatica vicina agli ambienti della sicurezza, e l'ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, commenta così l'indiscrezione: "Non venivano certo a raccontarlo a me, ma è possibile. Berlusconi era preoccupato di trovarsi lui stesso in difficoltà perché considerato troppo vicino al leader libico". A stretto giro di posta, però, arriva la netta smentita del portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti: "La pretesa ricostruzione de Il Fatto Quotidiano è totalmente falsa, incredibile, assurda, inaccettabile. Ma come si può sostenere che il presidente Berlusconi abbia soltanto pensato a un'infamia del genere?".   Il contesto - I rapporti tra il Cav e il Colonnello, prima del conflitto, è cosa nota, erano ottimi. Quando iniziò la guerra, nel marzo 2011, l'Italia aveva da poco firmato il trattato di amicizia con la Libia, che impegnava il governo a investimenti nel Paese africano e la Banca centrale di Tripoli aveva inserito due dei suoi fondi di investimento in Unicredit. Insomma, il leagme era forte, come testimoniavano anche le visite di Gheddafi a Roma tra tende e rituali berberi. Ma lo scenario era cambiato, e Berlusconi, tra crisi economica e opposizione barricadera, faticava a tenere in piedi il governo (che infatti sarebbe caduto da lì a poco). Eliminare Gheddafi - destino ineluttabile, quello del Colonnello - secondo la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano sarebbe stata una soluzione per ritrovare prestigio internazionale e tagliare i tempi di un lungo e sanguinoso conflitto.  Zampino francese? - Dietro la morte di Gheddafi, avvenuta il 20 ottobre 2011, ci potrebbe essere l'attivismo delle spie occidentali. Qui entra in gioco l'allora presidente Nicolas Sarkozy, in prima linea nell'intervento Nato. Si dice che Sarkozy fosse molto preoccupato dal fatto che emergessero i suoi rapporti con il Colonnello. Tanto che si arrivò a ipotizzare che dietro la morte del leader della rivoluzione libica ci fosse un agente segreto francese (ipotesi rilanciata anche dal Corriere della Sera). 

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