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Cani in Parlamentoma stavolta hanno 4 zampe

Proposta dei deputati della Spd al Bundestag tedesco: dicono che avrebbero un effetto positivo sull'ambiente

Matteo Legnani
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In Germania un gruppo di 15 parlamentari socialdemocratici ha chiesto al presidente del Bundestag, Norbert Lammert, di modificare i regolamenti per consentire di venire in aula con i loro cani, gatti, e altri animali da compagnia. «Il cane ha un effetto positivo sull'ambiente», ha dichiarato il deputato dell'Spd Heinz Paula, esperto di tematiche animalistiche del partito.  Sarebbe fin troppo facile ironizzare rispondendo ai deputati cinofili che in parlamento, di animali, ce ne sono fin troppi. Un vero zoo: cani, somari, muli, serpenti, vipere, bovini, galline. Nessuno si indigni, non vogliamo offendere l'onorabilità delle Camere, ci limitiamo a seguire le orme dei grandi favolisti, da Esopo a La Fontaine, che mettevano in luce le somiglianze tra i vizi umani e i comportamenti animali, salvo che quest'ultimi sono innocenti, gli uomini mai, nemmeno da bambini.  Ma immaginiamo per un momento che la proposta dei deputati tedeschi, osteggiata dai colleghi della CDU di Angela Merkel, sia approvata. I cani entrano in Parlamento, si accucciano ai piedi dei deputati durante le discussioni, li seguono nei corridoi, si chiudono con loro negli uffici. Ecco che salta subito agli occhi l'obiezione principale contro una simile proposta: vi pare che sia giusto maltrattare gli animali in questo modo? Perché costringere un vivacissimo setter irlandese a ascoltare la litania delle dichiarazioni di voto? Perché obbligare un irrequieto e curioso persiano a stare buono, impassibile come una sfinge, mentre il suo padrone corregge per l'ennesima volta i congiuntivi del suo intervento? E quando poi emergerà, com'è inevitabile, che gli animali da compagnia sono molto più intelligenti dei portaborse, e i deputati cominceranno a voler venire in aula con le scimmiette ammaestrate, che mangiano di meno degli assistenti e soprattutto non rilasciano dichiarazioni imbarazzanti, e quando poi addirittura la scimmietta supererà in abilità retorica e tattica politica persino le più spericolate strategie di quella volpe astuta di D'Alema, come non si può vedere l'enorme sconvolgimento che si abbatterà sul Parlamento? Altro che tsnunami grillino.  I grilli fanno solo cri-cri, l'abbiamo visto, sono solo rumore di fondo in questi primi pomeriggi afosi di imminente estate, mentre il proverbiale cane che abbaia ma non morde, come sa bene chiunque sia finito al pronto soccorso, all'ennesimo «onorevoli colleghi» azzanna.  Inoltre, il requisito fondamentale per entrare in parlamento, l'ipocrisia, non è nell'equipaggiamento degli animali. Quando la falange unita dei parlamentari di sinistra applaude Bersani, finalmente buttato a mare dopo aver impedito la formazione del governo allo scalpitante (benché già sonnolento) Enrico Letta, tale incredibile fenomeno è possibile solo perché gli umani hanno la superiore facoltà di pensare una cosa e fare l'opposto. I cani, i gatti, i criceti, e quanti altri animali potrebbero entrare in Parlamento, fanno ciò che sono. E che figura ci farebbe, un deputato, se mentre lui applaude ipocritamente, il suo barboncino abbaiasse di furiosa disapprovazione saltando come ossesso sul suo banco? E con i bisognini come la mettiamo? E la buvette? Bisognerà aprire un'ala separata della buvette di Montecitorio dove servire le delizie di manzo ai quadrupedi?  A quel punto sapete bene cosa accadrà: nel giro di pochi giorni si formerà la casta degli animali. Animali privilegiati, arroganti, vanitosissimi, ai quali i croccantini verranno serviti a un decimo del costo fronteggiato dai cani non parlamentari. Ai concorsi di bellezza per chow-chow, il primo classificato sarà sempre un cane con seggio in parlamento. Il quale poi provvederà a mettere la sua compagna in qualche trasmissione in prima serata, come opinionista o intervistatrice dei cani senza fissa dimora, o senza collare. E quanto ci vorrà prima che qualcuno dica che il maremmano è di sinistra e il dobermann di destra? No, davvero, capiamo le buone intenzioni dei deputati della Spd, ma non è cosa. Gli animali non meritano la crudeltà di reggere il moccolo al “governo di necessità”.

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