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Immigrati: stuprata dal branco di musulmani, ma nessuno le crede e si uccide

Matteo Legnani
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Non vogliamo creare martiri per forza, né essere accusati di attizzare l' odio anti-Islam, né dare per oro colato tutto quello che la controversa protagonista - e vittima - di questa vicenda ha detto e fatto prima di scegliere il gesto estremo. Ma la storia è orrenda, instilla paura e dimostra che i peggiori incubi - in questa Europa debole e minacciata - sono capaci di avverarsi e di farci risvegliare all' improvviso in un mondo che non conosciamo e non controlliamo più e di cui stentavamo a capire, o fingevamo di non cogliere, l' avvenuto stravolgimento. E allora accingiamoci a raccontarlo questo brutto sogno, che - ahinoi - sogno non è. L' Aja, linda capitale politica dell' Olanda, al centro da molti anni di un aspro dibattito sull' invasione islamica con cui si è trovato a fare i conti questo civilissimo paese deragliato per colpa di una malintesa tolleranza e dello strabordante, cieco, multiculturalismo predicato dalla sinistra poi sonoramente sconfitta, ma solo dopo che i buoi erano tranquillamente scappati dalla stalla. Dieci per cento, forse ora dodici per cento, di immigrati di fede musulmana, l' estremismo fondamentalista attecchito e cresciuto a dismisura nelle due metropoli: a Rotterdam (dove il sindaco islamico ne ha ultimamente - e liberamente - blaterate di cotte e di crude) e ad Amsterdam, dove già nel 2004 il celebre regista Theo Van Gogh - sì, discendente del genio mondiale dell' impressionismo - venne freddato a pistolettate in mezzo alla strada da un fanatico militante del "profeta", che non gli perdonava di aver appena trasferito sugli schermi - in "Submission", un cortometraggio di dodici drammatici minuti - le medievali violenze subite da una donna musulmana colpevole e reo confessa di adulterio, quindi imperdonabile, frustrabile e lapidabile per la "sharia". La violenza - L' Aja, dicevamo. Qui - martedì scorso - Willie Dille, 53 anni, sposata, quattro figli adottivi, consigliere comunale del "Partito della Libertà" fortemente anti-immigrati ed euroscettico, si è tolta la vita due giorni dopo avere annunciato in uno sconvolgente video su Facebook che - un anno fa, marzo 2017, proprio in concomitanza con le elezioni politiche - era stata stuprata e violentata da un branco di islamici della diaspora jihadista senza che nessuno mai le credesse, senza uno straccio di inchiesta da parte della polizia, senza essere mai protetta dalle successive minacce rivoltele di continuo dai suoi aguzzini. Per approfondire leggi anche: Turista stuprata in spiaggia, il mediatore culturale: "Alle donne piace essere violentate" La suicida, odiatissima dalla popolazione musulmana e dai movimenti anti-razzisti della sinistra olandese per le sue posizioni estremiste e spesso inneggianti alla violenza, non era una qualsiasi anonima amministratrice di un consesso locale. Willie era stata - dal 2010 al 2012 - deputata del partito fondato da Geert Wilders, secondo nel voto dello scorso anno dietro i liberalconservatori del confermato premier Mark Rutter, ed era nota per alcune affermazioni che andavano certo al di là delle regole democratiche e delle fisiologiche durezze della lotta politica. Nel 2016, sempre utilizzando l' abusato veicolo dei "social", l' ex-parlamentare lanciò un farneticante appello a gettare bombe nucleari su alcune nazioni islamiche e venne denunciata per istigazione all' odio razziale e alla strage. Non stiamo, dunque, parlando di uno stinco di santo o di una mammoletta. Willie aveva oltrepassato il lecito, tutto quello che volete. Era un' esagitata, ok. Ma tutto questo non giustifica l' odissea che ha vissuto e l' inerzia delle forze dell' ordine, che - invece di allarmarsi per la denuncia pubblica della donna e di verificarne l' autenticità mettendosi a caccia dei responsabili - si sono esclusivamente preoccupati di cancellare "il teatro del crimine", eliminando subito dalla rete la sua testimonianza, giudicata «imbarazzante». Eh, bravi. Dopo che Wille, sconvolta e indifesa, ha scelto di andarsene per sempre, minata dalla persecuzione cui da lungo tempo era fatta oggetto dalla banda di estremisti islamici che era giunta a insidiare direttamente i suoi figli, i dirigenti della polizia dell' Aja hanno avuto la faccia tosta di comunicare che lei non aveva mai sporto formale denuncia per i gravissimi episodi perpetrati ai suoi danni, anche se - sì - effettivamente glieli aveva raccontati. Ineffabili... La "sharia" - Questo in un paese in cui il leader del "Denk", il partito islamico - due seggi conquistati in Parlamento, primo caso in Europa - Tunahan Kuzu, turco d' origine e seguace dichiarato del califfo Erdogan, ha potuto senza colpo ferire mandare letteralmente a quel paese gli olandesi (i padroni di casa) che non accettano la politica indiscriminata del multiculturalismo e della tolleranza a tutti i costi. «Non vi va bene? - ha apostrofato i "recalcitranti" - E allora salite sul primo aereo e andatevene... Sarà una meravigliosa vacanza!». Senza ritorno, si augura l' uomo che sta tentando a testa bassa di inserire alcuni cardini della "sharia" nelle maglie della legislazione olandese. Chissà che non gli riesca. di Giovanni Masotti

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