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Giuseppe Conte: "Con Emmanuel Macron e la Francia totale sintonia sulla Libia"

Matteo Legnani
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Poveraccio, il premier Giuseppe Conte. Nel giorno della conferenza sulla Libia a Palermo non poteva dire qualcosa di troppo diverso da quello che ha risposto a una domanda della lunga intervista che compare oggi 12 novembre su La Stampa. Epperò, una qualche velata critica o almeno un avvertimento alla Francia avrebbe anche potuto lanciarlo, visto il ruolo pesante che Parigi ha avuto nel crollo cruento e drammatico di Muhammar Gheddafi e con lui di ogni forma di stabilità nel Paese che sta proprio di fronte a noi sul lato meridionale del Mediterraneo. Invece, il capo del governo gialloverde, alla domanda se "La Francia di Macron nella crisi libica è parte della soluzione o del problema?", ha risposto in modo che più asettico, politically correct (e inutile) era impossibile: "Il problema non è la Francia bensì le forti difficoltà in cui versa il processo di stabilizzazione libico che con Parigi, così come con tutta la comunità internazionale, cerchiamo di superare. La sfida è comune ed i rischi insiti in un' ulteriore deterioramento della situazione sul terreno pesano su tutti noi. Ho parlato spesso con il presidente Macron e sabato ci siamo scambiati gli ultimi aggiornamenti sulla Libia. Vi è sintonia di vedute sugli aspetti di fondo e su obiettivi condivisi. Anche i nostri staff hanno lavorato a stretto contatto per preparare la Conferenza". Sì, vabbè. Leggi anche: Libia. l'Onu boccia  il piano di Macron sulle elezioni a Tripoli

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